Fermo restando che va letto il Libro 3 per una panoramica generale e conclusiva, 1Q84 comincia bene, ti fa sperare e con tutta la sua corposità stuzzica: quanto ben di dio letterario potrà accadere tra le tue mani?
Ma più si va avanti -diciamo dopo aver superato il libro 1- più pare scemare e saltano all'occhio le ripetizioni fino allo sfinimento e l'allungamento forzato che si sfilaccia in descrizioni paesaggistiche, di routine quotidiane, di mani che si incontrano 5478 volte. Salta all'occhio anche la atipicità antipatica di Aomame, la mancanza di nerbo e la passività dell'uomo più irritante del mondo, Tengo, e Fukaeri, la graziosa, bellissima, seni turgidi, diciassettenne scrittrice, che affascina per un po', ma poi vorresti solo schiaffeggiarla forte e insegnarle la punteggiatura.
Non che sia un disastro; il contenuto c'è ed è forte e agli inizi è stimolante l'intreccio tra storia d'amore, fantasy e introspezione ( tutta quella che fanno i personaggi, spesso interi paragrafi, anche troppo)... Ma poi, quando le cose vanno avanti, cosa ti ti ritrovi?
I Little People.
Io, con tutto la sospensione dell'incredulità che posso concedere, non riesco a frenare la ragione e a non pensare a questi cosi come a delle immonde scemenze. Proprio non si può credere a quelli che mi sono immaginata come folletti che tessono la lana; che a parlarne spesso sia poi Fukaeri, che mi immagino tutta seria e stralunata , non fa che renderli ancora più noiosi, inverosimili e fastidiosi.
Ero contenta finchè si manteneva entro i binari della realtà, la svolta onirica, la setta e i mondi alternativi mi hanno sorpresa male e mi lasciano desiderosa di un recupero, penso poco probabile, nell'ultimo libro.