Si conosce poco di Louise Gluck. Personalmente ne ignoravo perfino l'esistenza prima dell'assegnazione del Nobel. Ho scoperto che è nata a New York, 77 anni fa, che ha sofferto di anoressia nervosa, che ha si è affidata alla psicoanalisi e che è stata paragonata ad Emily Dickinson.
Le sue opere sono in via di pubblicazione dalla casa editrice "Il Saggiatore" (poca cura dal punto di vista estetico). Averno è stato pubblicato per la prima volta nel 2006.
Opportuno far precedere alla lettura delle poesie la nota in calce "Facilis descensus Averno" di José Vicente Quirante Rives per comprendere il legame con il mito di Persefone.
Allora si apprezzeranno i riferimenti alla morte e le due bellissime poesie "Le migrazioni notturne" (pag. 13) e "Averno I" (pag. 144), ricordando che Averno (dal latino Avèrnus - a ornos - senza uccelli) è un laghetto craterico a pochi chilometri a ovest di Napoli, che i Romani credevano fosse l'ingresso dell'oltretomba.
La sensazione che si prova leggendo è quella di immergersi in un universo dolente, in una sorta di canto della solitudine, del terrore per l'ignoto e. al tempo stesso, di amore e desiderio nello splendore della notte.
L'insieme assume significato se si è a conoscenza della scintilla ispiratrice e qui la casa editrice latita nella presentazione e nell'approfondimento che si può trovare in altri contesi web ed editoriali.
Difficile quindi comprendere e apprezzare a pieno l'indubbio valore dell'opera.
A questo livello resta solo l'impatto emotivo delle due poesie che ho indicato, in attesa di poter leggere qualcosa di più. Molto difficile quindi sbilanciarsi nella valutazione. In sospeso...
Blue Tango