Una cosa che ritengo fondamentale quando giudico un libro di fantascienza è la verosimiglianza della storia...
Naturalmente trattando un tema come la Sci-Fi avere i piedi pesantemente ancorati al terreno o non paventare ritrovati tecnologici/evoluzioni/invenzioni incredibili sarebbe insensato, ma non posso prescindere dal fatto che le spiegazioni a supporto abbiano una loro logicità (all'interno del microcosmo del racconto) e soprattutto una verosimiglianza che sia resa in qualche maniera dallo scrittore.
Ecco, il libro pecca proprio in questo.
Aldiss ci parla di viaggi mentali, scorrere del tempo e inizio/fine del mondo dandoci una teoria molto interessante sul tempo stesso, ma che oltre ad essere veramente estrema (cosa comunque non invalidante essendo questa Sci-fi!) viene giustificata/spiegata con una serie di teorie e congetture che sembrano campate per aria ed avere la solidità di un castello di carte costruito sopra ad un gatto!
Il libro in se è abbastanza gradevole, anche se a volte ci sono alcuni paragrafi molto ostici, sia per lo stile di Aldiss che per le nozioni (sia "reali", basate quindi sulla nostra quotidianità come la descrizione psicologica di malattie mentali, etc; sia "fantascientifiche", con le succitate teorie e divagazioni sul tempo, etc) mentre i personaggi non sono caratterizzati malissimo, ma non fanno neanche al gridare al miracolo.