Ultimo libro della Austen e sicuramente non il migliore. Troppe descrizioni sui pettegolezzi.
«Bella, intelligente e ricca, con una dimora confortevole e un carattere felice, Emma Woodhouse sembrava riunire in sé alcuni dei vantaggi migliori dell’esistenza; e aveva vissuto quasi ventun anni in questo mondo con scarsissime occasioni di dispiacere o dispetto.»
Nel celebre incipit di questo romanzo la Austen ci sbatte subito in faccia un personaggio “ingombrante”, che non ha problemi di nessun tipo e che, come vedremo presto, rappresenta una sorta di perno attorno a cui “danzano” tutti quelli che le vivono vicino, e che lei si diverte a dirigere.
Emma non ispira simpatia al lettore e di ciò l’autrice è consapevole, eppure lei la ama molto perché la conosce bene (del resto è una sua creatura) e sotto un’apparenza solida e arrogante le ha cesellato un carattere complesso e tutt’altro che ottusamente felice.
Emma sembra (è questo il verbo usato nell’incipit!) avere tutto, ma le manca proprio quello che le serve. Emma è intelligente e non può non accorgersi che questa sua dote non viene quasi mai stimolata nell’ambiente in cui vive. Emma non è affatto cattiva, ma si annoia a morte sola in una grande casa con un padre malato immaginario, costantemente bisognoso delle sue attenzioni e soffocante con le sue preoccupazioni per ogni minima corrente d’aria.
Così Emma cerca rifugio (o evasione?) nel suo più grande talento: l’immaginazione. Infatti riscrive la realtà secondo quello che le sembra che sia, senza osservarla davvero, e si convince di tutta una serie di cose che durante il romanzo provocheranno malintesi e crisi, fino al lieto, ma faticosamente conquistato, finale.
Emma è una splendida protagonista che fa un vero e proprio percorso di maturazione e di presa di coscienza di sé, e la grandezza della Austen è nell’ottenere questo risultato senza farle vivere avventure strabilianti, anzi, mantenendola saldamente sulla scena di quel grazioso microcosmo che è il suo tranquillo paesino, tra pasti, passeggiate, visite ai vicini, conversazioni molto formali e chiacchiericci a bassa voce.
È tutto apparentemente piacevole, ma sotto la superficie vibrano sentimenti intensi e ogni tanto qualche scossa può essere percepita.
In questo Jane Austen è modernissima rispetto alla sua epoca, ancora così attaccata ai romanzi dai toni forti e dai sentimenti esagerati, e non sfigura nemmeno oggi quanto a ironia e finezza nell’analisi psicologica dei personaggi.
Quasi quasi la invidio: sarà pure un po' noiosa la vita di Emma ma la sua massima preoccupazione è organizzare matrimoni e gite, libera da preoccupazioni che non siano le convenzioni sociali!
Sicuramente una pietra miliare nella letteratura ma mi sono chiesta più volte che senso abbia leggere di simili comportamenti così ammantati di perbenismo, così distanti dai costumi odierni.
E che dire del personaggio di Emma?
Purtroppo molti ammiratori della Austen mi odieranno ma Io l'ho trovata antipatica da subito
Emma è un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1815; questa volta assistiamo a qualche cambiamento nelle scelte narrative della Austen, che riguardano principalmente la protagonista del racconto. Infatti la protagonista è la giovane Emma Woodhouse, ricca, bella e intelligente e con una passione per i matrimoni, ma quelli degli altri! A differenza infatti delle altre protagoniste della Austen, tutte donne di classi sociali molto meno ricche di Emma, stavolta abbiamo quindi una protagonista che vive in una bella casa, che ne è la totale padrona visto che è orfana di madre e che ribadisce più e più volte di non desiderare affatto sposarsi.
Ad Highbury la vita scorre sempre uguale, c'è poco da fare, tranne occuparsi di organizzare matrimoni, compito che ad Emma piace tantissimo. Insieme ad Emma troviamo Mr Woodhouse, il suo ipocondriaco e sempre preoccupato padre, Mrs Weston, ex governante e intima amica di Emma, suo marito, tutte le signorine e i signori della cittadina e Mr Knightley, vicino di Emma e amico di famiglia, forse l'unico che sembra vederla sotto una luce diversa rispetto agli altri, l'unico a trovarle dei difetti e a metterli spesso in evidenza. Tra imprevisti, contrasti sentimentali e tantissimi equivoci, il romanzo scorre piacevolmente fino ad arrivare all'happy ending che tutti aspettiamo e meritiamo di leggere.
Pur trattandosi di un romanzo che ha per protagonista forse l'unica tra le donne austeniane che non desidera il matrimonio nè tanto meno lo cerca, questo si potrebbe definire in realtà proprio il romanzo dei matrimoni. Penso che non ci sia un altro romanzo della Austen in cui si formano più coppie e si celebrano più matrimoni che in Emma. Emma è anche il romanzo degli equivoci, degli errori di valutazione e delle scelte più inaspettate.
La storia di Emma infatti parte mettendo al centro del racconto la vanità, soprattutto intellettuale, della protagonista e la sua presunzione nell'approcciarsi agli altri. Nel corso del romanzo però Emma capirà di aver fatto fin troppo errori, di aver frainteso la maggior parte delle persone che la circondano e di aver mostrato una capacità di giudizio molto inferiore a quella che credeva di avere. Sarà proprio questa presa di coscienza a portarla a rivalutare il suo approccio verso gli altri, anche verso coloro che sono di classe inferiore, e a spingerla a rivalutare sopratutto sè stessa e il suo modo di comportarsi.
Romanzo estremamente elegante e ricco di imprevisti ed equivoci che vi strapperanno più di un sorriso, Emma è una storia delicata, sicuramente romantica, ma anche molto reale nel modo in cui va ad analizzare l'animo umano e le sue incongruenze. Un plauso alla bellezza delle edizioni Rba, anche se avrei preferito scegliessero in questo caso una traduzione diversa; devo ammettere che in libreria fanno la loro figura!
Questa rilettura di Emma mi ha permesso di cogliere dettagli e sfumature che mi erano sfuggite parecchi anni fa. Emma era forse uno dei romanzi che preferivo meno insieme a Mansfield Park, ma devo dire che ho apprezzato moltissimo questa rilettura che mi ha permesso di apprezzarlo come merita, sarà che sto invecchiando! La collezione Rba potrebbe essere un'ottima occasione per scoprire e riscoprire la Austen, scrittrice che come poche altre è riuscita ad esplorare l'animo umano, e in particolare quello femminile, con estrema grazia ed onestà.
Il primo libro che lessi della Austen... non mi stancherò mai di rileggerlo, per me sarà sempre il migliore 💕