Da dietro la porta, profumo forte di carciofi bolliti e il ritornello del quiz serale.
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Ingredienti: tre amici universitari siciliani ritrovatisi da adulti, le loro vite sospese tra ricordi del passato e guai del presente, tre carriere in bilico (poliziotto, politico, giornalista) tra ricatti, complotti, indagini, una morte improvvisa sulla falsariga dell’Antigone sofoclea.
Consigliato: a chi vuol conoscere le regole più scomode che danno forma e sostanza al potere, a chi è costretto a scavare in un passato che non gli appartiene più.
Con una originale mistione fra la concezione che Sciascia aveva della Sicilia quale ομφαλός del mondo e rimembranze montaliane, Savatteri ci consegna un'opera interessante e di elegante fattura.
Protagoniste tre figure maschili, che incarnano rispettivamente l'deale, l'inanità e l'opportunismo.
Ciascuno a suo modo sconfitto da quella macchina che è l' "animale politico" aristotelico, a seconda della propria natura sono o vengono costretti ad essere 'uomini che non si voltano'.
La consapevolezza del nulla, caratteristica dell'Uomo e causa della sua solitudine, si contrappone all'apparente realtà delle cose, garante di un'esistenza tranquilla e paciosamente compromissoria.
Lo sfondo sofocleo, in cui il politico incerto, allevato per sedere in parlamento è invece affamato di libri e scrittura, rammenta indefettibilmente che per manovrare le leve del potere è necessario averne cura, poiché quest'ultimo reclama un amore esclusivo, esigente, devastante.
Doverosi matrimonio, copula e procreazione, lecita e consigliata l'infedeltà coniugale, vietati i sentimenti per l'altro da sé.
Al pari di Antigone tragica sarà la fine di quest'uomo, consumato fra la libertà individuale e la necessità, qualunque ne sia la matrice.
Pieno di coltissimi rimandi, il libro, che en passant cita anche la "Pantera", il movimento studentesco che di precedenti similari iniziative costituì claudicante epigone, ha un finale amaro, imprevedibile ed aperto.
Savatteri dosa con cura autobiografismo ed interrogativi morali.
A noi decidere se coglierli o lasciarli scorrere quale sabbia fra le dita.