Cosi' scriveva Gesualdo Bufalino.
La Sicilia e' un'isola, cosi' dicono gli atlanti, le carte nautiche, i marinai ed anche i rilevamenti satellitari.
Ma se ne dubita che sia un'isola, almeno da un punto di vista "socio-antropologico-storico" (mi invento questo termine per riassumere l'introduzione del libro).
"Libro saggio", con raccolta di scritti, per ordine tematico, di grande interesse per conoscre e capire (per quanto possibile, mai abbastanza) la Sicilia, i Siciliani e la "Sicilianita'".
Florilegio di argomenti di storia, costumi, letteratura, personaggi, mafiosita', cultura ed altro.
Scritto in modo non didascalisco, ma narrato, benissimo.
Fonte di notizie e fatti, antichi e recenti.
Sicilia, terra meravigliosa, da sempre al centro della storia, delle arti, dei commerci.
Favorita dalla posizione unica, al centro del mare piu' "importante" nella storia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Savatteri
Da IBS:
"Come si racconta un popolo? Forse attraverso alcune storie. E sono tante le storie reali, della Sicilia di ieri e di oggi, richiamate da Gaetano Savatteri a comporre il fastoso mosaico di una regione densa di contraddizioni. Eccentrici aristocratici, madri tenaci, inossidabili potenti, donne tormentate, feroci assassini: vite e imprese si mescolano nelle pagine di questo libro in un viaggio curioso nel tempo e nei luoghi della terra di Sicilia, uno spazio "ad alta intensità letteraria", dove la pianta dell'uomo attecchisce nelle sue forme più limpide o barocche"
Molto interessante ed utile la ricca bibliografia, ben bilanciata tra cultura, letteratura, societa', per consentire ulteriori letture sul tema.
...Continuatante storie di piccoli e grandi siciliani come i tasselli di un mosaico sempre più sfumato... definire questa gente è davvero un'impresa ardua
Un saggio quello di Savatteri, siciliano d'origine in quanto di siciliani figlio e vissuto in gioventù a Racalmuto, che analizza numerosi aspetti della personalità, delle caratteristiche, le abitudini le storie del popolo Siciliano...anzi DEI popoli Siciliani, considerata la grande varietà di usi e costumi che poliedricamente convivono all'interno dell'Isola. Grande è la Sicilia delle città e dei più piccoli paesini e in essa convivono esempi di uomini e donne, mafiosi , pazzi, madri coraggio, vittime e ribelli, poeti, scrittori e artisti che, per un motivo o un altro, per coraggio, ribellione, servilismo, barbarie hanno attraversato e attraversano, volontariamente o no, la storia. Savatteri ce ne offre numerose testimonianze attraverso un minuzioso lavoro di ricerca bibliografica e ricostruzione. Bel punto di vista da parte di chi Siciliano lo è stato e quindi sempre lo sarà.
...ContinuaGaetano Savatteri nasce a Milano nel 1964 da genitori di Racalmuto, comune di poco meno di diecimila abitanti in provincia di Agrigento, paese di origine anche di Leonardo Sciascia.
Il libro, pubblicato da Editori Laterza, è del 2005 e come si legge nella quarta di copertina è «una miscellanea di eroi, di malandrini, di scrittori e dei loro cartacei personaggi, di uomini illustri e gente qualunque, ma anche zibaldone di idee e intuizioni, ed elisir di una terra degli eccessi, culla di ossimori storici, sociali, letterari». E ancora «eccentrici aristocratici, madri tenaci, inossidabili potenti, donne tormentate, feroci assassini. Un percorso della fantasia e della memoria per scoprire o riscoprire la Sicilia, tra farsa e tragedia, commozione e ironia».
250 pagine suddivise in 10 macrocapitoli che descrivono 5 microcosmi a se stanti con impressioni di Sicilia tra profumi, sensazioni, storie avvicenti, drammatiche, storie di mafia e di chi la combatte, storie di grandi personaggi e di umili esseri umani. Ecco la divisione principale:
Candido e l’impostura
Il ribelle e il Gattopardo
La corda pazza, la corda civile
Di scoglio e di mare
Uno o nessuno
Il sale, lo zolfo
Masculi e fimmini
Il potere e l’eresia
Fatalismo, fatalità
Sono piccole fotografie che ritraggono un’isola. Di alcune sapevo già la storia perché ho letto con altrettanto interesse anche Alaimo con il suo Repertorio dei pazzi, di altri è stato un piacere, di altri ancora un dolore profondo. Mi hanno colpito due storie in particolare: quella di Libero Grassi e quella di Fratello sole, sorella lupara.
Le belle facce di un facebook siciliano. La normalità di un isola che ha troppe identità, attraverso le gesta di una parte più o meno nota di siciliani.
Savatteri con sagacia fotografa e sintetizza una serie di biografie, definendole rinchiude in uno spazio fisico (il paragrafo) individui che vivono o hanno vissuto spesso al di sopra delle righe.
Le categorie esistenziali che soggiaciono ai titoli dei capitoli introducono una molteplicità di vissuti contraddittori: chi vive sulla corda pazza versus chi vive sulla corda civile; il potere vs le donne (peraltro potentissime); chi è di alto mare e chi di scoglio; illuminati vs superstiziosi; legalità vs mafia; creativi vs fatalisti.
C'è, come in una stanza piena di specchi, di tutto.
La penna di Savatteri si sposta con leggerezza da Pirandello ai frati estorsori di Mazzarino, da Falcone a Verga, dalla normalità dell'imprenditore anti-racket alla follia del primo pentito di mafia, dal misterioso avvocato Guarrasi alla signora Florio, dalle stramberie del principe di Bagheria al mafioso Cascio Ferro, dalla satira dell'accademia del Parnaso a Sciascia.
Per nemesi storica diventa sicilianissimo un cardinale veneto che per vent'anni impererà in stile seicentesco a Palermo; la stessa nemesi colpisce un regista americano che cancella la propria nascita in terra siciliana sostenendo di essere nato nell'oceano che allontanava i genitori dalla miseria.
Un libro che ai non siciliani spiega la contraddittorietà dei siciliani, ai siculi offre invece una serie di specchi in cui, un pò qua un pò là, ci si riconosce.
Speriamo che Savatteri continui nell'impresa, magari con un "I siciliani 2.0", tanto per proiettare altri volti, in questo testo omessi, nel futuro incerto o gattopardescamente certo (anche se a Savatteri quest'ultimo termine non piace) dell'isola.
Gli arabi, che con saggezza(quando l'avevano) hanno amministrato l'isola, ci hanno lasciato profonde riflessioni, bene ha fatto l'autore ad iniziare con una citazione di Ibn Amdìs :
" Ricordo la Sicilia, e il dolore ne suscita nell'animo il ricordo. Un luogo di giovanili follie ora deserto, animato un dì dal fiore di nobili ingegni. Se son stato cacciato da un paradiso, come io posso darne notizia?"