Questo libro narra la storia del 1885 di un ospedale, la Salpetrière, una clinica spichiatrica, un manicomio per sole donne. Inizialmente aveva un'altra destinazione d'uso ma poi si è scoperto che poteva essere utilizzato per scaricare donne affette da varie pazzie, o anche solo perchè scomode in società, quindi donne con una personalità, con idee proprie e che volevano per così dire cambiare un po' le cose.
La medicina ha potuto sperimentare le più svariate tecniche su queste donne, con lo scopo di aiutarle, ma resta il fatto che oltre a donne squilibrate qui dentro ci sono anche donne sanissime.
E la vita di molte di loro, molto diverse le une dalle altre, si intrecceranno.
C'è Lousie che è stata violentata dallo zio, Thérèse che era una prostituta e che nella struttura ha trovato un posto dove vivere serenamente, c'è Eugénie scaricata dal padre perchè parla con i morti ma è sana (è semplicemente una disgrazia per la famiglia benestante, potrebbe infangare il loro nome) e infine c'è la capo-infermiera Geneviève che ovviamente ha ricoperto un certo ruolo e preso una posizione nei confronti delle degenti, ma con l'arrivo di Eugénie cambierà la sua prospettiva e alla fine anche il suo ruolo.
C'è un evento che le degenti aspettano con ansia una volta l'anno, ovvero il Ballo di Mezza Quaresima, dove possono vestirsi in maschera ed esporsi agli occhi dei parigini come fenomeno da baraccone.
Ovvio che per loro è una prospettiva felice, soprattutto perchè il loro umore in quel periodo cambia, ma la cosa brutta è proprio il ruolo che queste donne rapprensetano agli occhi dei cittadini. O semplicemente è un modo per mostrarci qual è tuttora in alcuni ambini il ruolo della donna.
Perchè nonostante si parli di emancipazione e parità siamo ancora lontani ad averle e addosso ci è stato cucino un pregiudizio che difficilmente riusciremo a toglierci.
Un pregiudizio che uomini ingnoranti e uomini di chiesa ci hanno appioppato e mai lo toglieremo del tutto.
E' un libro duro e lieve al tempo stesso, e crudo nel farci capire attraverso questo spaccato oramai lontano quanto siamo ancora nella stessa condizione.
“Il ballo delle pazze” (E/O 2021) è il romanzo d’esordio della scrittrice francese Victoria Mas ispirato al famoso ospedale parigino della Salpêtrière. Dopo averlo visitato, rimase molto colpita da questa struttura antica e imponente che nel tempo era stata luogo prima di detenzione per vagabondi, senzatetto e prostitute che vagavano per la città, poi trasformata in manicomio per pazzi incurabili che venivano imprigionati al suo interno senza nessuna cura medica e infine nell’800 trasformata in centro psichiatrico femminile soprattutto dedicato alla cura dell’isteria e alla pratica dell’ipnosi sotto la direzione del famoso neurologo Jean-Martin Charcot, considerato un pioniere in questo campo.
Le donne che vi venivano rinchiuse però non erano tutte alienate e mentalmente malate ma spesso e volentieri erano donne considerate “diverse” per la loro ribellione alle regole imposte dalla società, donne che aspiravano alla libertà di pensiero e azione, che magari rifiutavano un matrimonio imposto o un’esistenza prettamente dedicata alla vita domestica, donne tolte di mezzo affinchè il marito potesse sposarsi con l’amante o semplicemente eliminate per evitare che spartissero quote ereditarie con gli altri membri della famiglia. Erano perlopiù gli elementi maschili del nucleo familiare a farle internare anche se spesso, in questo abominio, intervenivano diverse componenti femminili come matrigne, suocere, sorellastre, zie invidiose e scaltre.
E’ qui che conosceremo varie tipologie femminili, ognuna con una storia dolorosa alle spalle: Therese l’anziana che in quel ricovero ha trovato sicurezza e non desidera più uscirne, Louise l’adolescente con un passato di violenza, spesso sfruttata per dimostrazioni plateali delle tecniche ipnotiche, Eugènie proveniente da una famiglia alto-borghese che avendo il dono di poter vedere i morti e parlare con loro e volendosi dedicare allo spiritismo viene reclusa dal padre, infine Geneviève, la rigida infermiera della struttura che da anni ha dedicato la sua vita alla pratica scientifica pur costretta a rinunciare a diventare medico come suo padre.
L’incontro tra Eugènie e Geneviève sarà rilevante per una presa di coscienza della loro condizione coercitiva e sarà l’inizio di un cambiamento radicale nelle due donne che troveranno, in modi differenti, una via di liberazione.
Fondamentale sarà il grande ballo che ogni anno, per vent’anni, si svolgeva all’interno dell’ospedale a ridosso del Carnevale, denominato “Il ballo delle pazze”. L’ospedale apriva le sue porte ai borghesi che, attratti dalla curiosità e dal voyeurismo, venivano a vedere queste donne “folli” sperando sempre che avessero un attacco epilettico o isterico per assistere con i loro occhi a interessanti episodi da poter poi raccontare nei salotti avvalendosi della loro diretta testimonianza. Le poverette invece godevano di una serata in cui potevano avere l’illusione di sentirsi libere, vestendosi con eleganti costumi carnevaleschi, godendo nell’ascolto della musica e cimentandosi nel ballo con tutta l’innocenza e l’inconsapevolezza di un destino che sembrava mutato in bene anche solo per una manciata di ore.
Un libro breve, quasi un lungo racconto non particolarmente intrecciato nella trama che, avvalendosi di una struttura linguistica elegante e fluida, riesce a trattare di un argomento molto profondo e puntare il dito, ancora una volta, sulla condizione delle donne schiacciate dal maschilismo imperante che possono contare solo nell’aiuto, nella comprensione e nella complicità di un’altra donna per riuscire a sottrarsi ad una fine terribilmente ingiusta e immorale.
Il ballo delle pazze è un romanzo ambientato nel famigerato ospedale della Salpêtrière, conosciuto ancora oggi per la sua funzione di manicomio nell'800. Ospiti all'interno della struttura erano prettamente delle donne, sole, abbandonate, pazze, isteriche, ma molto più spesso semplicemente diverse. La colpa della maggior parte delle donne che finivano tra le mura dell'ospedale era quella di non essere come ci si aspettava, di essere libere, di avere un pensiero diverso da quello che la società imponeva.
La storia è ambientata nel 1885, a quell'epoca l'ospedale era già migliorato per quanto riguardava l'approccio alle pazienti ma non era certo un luogo dove una donna poteva sentirsi a proprio agio. Alla Salpêtrière l'autrice ci fa conoscere diverse donne: Geneviève, la capo infermiera del reparto, la giovanissima Louise, rinchiusa per una serie di vicende che l'hanno segnata, la più anziana Thérèse, ormai di casa nel reparto, e infine Eugénie, che a differenza delle altre proviene da una buona famiglia borghese che l'ha fatta rinchiudere a causa del suo essere troppo anticonformista e libera. Le vicende di queste donne si intrecciano mentre alla Salpêtrière ci si prepara per l'evento dell'anno: il grande ballo in maschera annuale dove la buona società di Parigi si mescola con le pazienti del manicomio.
Leggere questo romanzo è stato come fare un tuffo nella Parigi di fine 800, e questo nonostante l'ambientazione del racconto si limiti spesso alle mura del manicomio. Lo stile dell'autrice, alla sua prima prova con questo romanzo, mi è piaciuto molto; l'ho trovato scorrevole, elegante e particolarmente incisivo nel modo in cui si sofferma sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle vicende a loro legate.
E' un libro che parla di donne e lo fa mettendo in scena uno di quelli che è forse stato il dramma più doloroso che hanno vissuto. L'essere sempre viste come pazze, isteriche, fuori dal normale, solo perchè avevano pensieri e desideri diversi da quelli che la società si aspettava da loro. Pazze perchè non rientravano nei canoni imposti dalla società. Così venivano rinchiuse e passavano vite intere tra quattro mura per guarire da una malattia che non sempre esisteva.
Il ballo protagonista del racconto era un vero evento, atteso con eguale entusiasmo sia dalle pazienti che dalla società parigina. Una delle cose che ho maggiormente apprezzato in questo racconto è però sicuramente l'evoluzione dei personaggi, in particolar modo quella di Geneviève. L'ho trovata probabilmente il personaggio più interessante e meglio scritto, sopratutto perchè si trova ad affrontare un vero e profondo cambiamento. Il ballo delle pazze è un'ottima prova d'esordio per l'autrice che ha riportato alla luce una storia reale e lo ha fatto con tanta intensità. E' una storia in cui le donne sono protagoniste, e non perchè considerate delle povere pazze, ma semplicemente perchè vogliono essere libere.