In casa dei Garden, famiglia della buona società newyorkese, si ha l'abitudine di trascorrere certe serate ad ascoltare alla radio la cronaca delle corse dei cavalli, facendo scommesse. Una sera anche Philo Vance partecipa al rito, ma solo per interesse "professionale". Gli è stata infatti recapitata una lettera in cui si preannuncia che in casa Garden ci sarà un omicidio... È questo l'inizio di una catena di delitti, di cui spetta a Philo Vance districare la matassa
...ContinuaQuando si approccia una lettura simile bisogna tener conto che Van Dine è morto ottant'anni fa.
Dunque i suoi personaggi pensano e agiscono secondo logiche oggi desuete: se incontrassimo Vance e iniziasse ad elucubrare con quel tono saccente lo prenderemmo a pernacchie. O rideremmo del suo celibato consacrato alle "attività intellettuali".
E poi l'autore sceglie di far muovere il suo eroe in ambienti ingessati, prevedibilmente formalisti e altrettanto ipocriti e vanesii. Quando esagera con le svenevolezze si rimpiange Simenon, che resta il gigante ineguagliabile del noir novecentesco.
A parte questo c'è nel libro tutto quel che serve: un buon ritmo, dialoghi brillanti e spiritosi, una scrittura agile e una trama molto avvincente. Certo, tutto il mix somiglia molto a Poirot (nato prima) e quindi si fatica a condividere l'opinione del curatore Ripari sulla primigenia di Vance nel "whodunnit".
Si tratta comunque di una lettura interessante e godibile.
...ContinuaPer quanto sia famoso l'autore, questo romanzo non mi ha per nulla entusiasmato.