Audiolibro (Biblioteca)
Rileggo Svevo, l’avevo già fatto su carta molti anni fa, lo ritrovo in audio e mi lascio tentare. Mi aveva preso la storia di Zeno Cosini, perché finisce che ti piace e quindi, come spesso accade, t’immedesimi. Ricco di famiglia ma perennemente in bilico tra una vita d’ozio e la ricerca spasmodica della felicità. Corteggerà senza tregua una donna che lo scaccerò, per ripicca/ripiego sposerà la sorella strabica, che gli si dedicherà anima e corpo. Lui la ripagherà con il tradimento, ma si pente, poi lavora, poi smette… insomma un inconcludente patentato! Bravo tanto Svevo!
Leggendo questo libro mi fa capire fin dove arriva l'irresponsabilità della ragione e delle proprie azioni. Zeno Cosini decide una cosa e, non arrivandoci, prende quello che trova adagiandosi così nella propria vita. Il libro presenta, come nel capitolo dell'associazione commerciale, il suo voler bene fin dove arriva... con un bel finale che spazza via tutto il capitolo. Dai, qualche colpo di scena, che spiazza irritando, c'è.
...ContinuaCon un personaggio inetto alquanto superficiale, legato in un romanzo dove cambia continuamente rotta della sua vita... Sempre attuale come personaggio secondo me. Provocante e fastidioso... irritante ecco. Comunque da leggere...
una palla assurda, con una scrittura che non invoglia a proseguire la lettura e una trama piatta e senza nessun picco emotivo... sconsigliatissimo
Profondamente segnato dal confronto con la nascente psicoanalisi (la prima edizione è del 1923), "La coscienza di Zeno" è concepito come fosse il diario terapeutico che un "nevrotico", Zeno Cosini, scrive su richiesta del suo medico e che questi decide di pubblicare per "vendicarsi" del paziente che ha bruscamente interrotto la terapia. Il racconto di Zeno percorre così le tappe di una vita malata, attraverso la lotta contro il fumo, la morte del padre, la storia di un matrimonio senza amore, di un adulterio appassionante e infelice, di un'iniziativa commerciale disastrosa. Risalendo, con le note di un'impareggiabile ironia, tutti i tortuosi rivoli dell'esistenza interiore del protagonista, Italo Svevo affonda qui nelle più oscure e dolorose regioni dell'incertezza umana, per poi risalire alla quieta consapevolezza del "male di vivere".
Un classico ormai a tutti gli effetti che mi mancava nelle personali letture dei libri che lasciano il segno. La lettura di questo libro – o meglio il mio primo ascolto di un audiolibro con lettura a cura di Moro Silo – mi affascinato ma allo stesso tempo lasciato un po’ perplesso. Ovviamente le modalità di fruizione tra lettura e ascolto sono diverse, e c’è da dire che ancora non sono abituato, ma non mi è dispiaciuto il libro in sé, anche se l’ho trovato profondamente tragicomico, che il romanzo non è nient’altro che l’analisi della psiche di Zeno, un individuo – che non brilla per ottimismo – che si sente malato e inetto che è in continua combutta con la vita per trovare una guarigione attraverso svariati tentativi, alle volte assurdi alle volte bizzarri che spesso si rivelano controproducenti. Quello che mi è piaciuto è soprattutto il ritratto di un uomo schiavo del mondo e di se stesso – elemento caratterizzanti per molti versi anche dell’era moderna – come nello smettere di fumare o nell’incertezza verso i sentimenti e il suo passato (soprattutto col padre che, in punto di morte, gli dà uno schiaffo che poteva anche essere una carezza – ma che Zeno ovviamente legge come l’ennesima punizione nei suoi confronti –).
Un classico complesso che sicuramente merita attenzione, considerata anche la genesi editoriale e l’originalità nella struttura narrativa.