Ci sono un Maestro gladiatore alla Russel Crowe la cui "detumescenza del petto giunge al parossismo del turgore", il suo giovane allievo Spartaco con "il sesso pieno anche a riposo", e un cinese che evidentemente non ha le stesse doti sessuali dei primi due, però ha i centoni.
Non sai chi vince perché ti addormenti talmente tante volte che decidi di zompare alle pagine finali, e lì scopri un finale aperto. A quel punto, il finimondo lo crei tu.
Pesante, deludente: mi sono imposta di finirlo sperando - con lo scorrere delle pagine - di entrare in sintonia con lo stile dell'autore e con la narrazione. Invece mi e' rimasto fino alla fine un senso di fastidio per un linguaggio dalla estenuata ricercatezza che narra una trama da polpettone truculento con protagonisti dai nomi presi dai kolossal di hollywood sui gladiatori. Anche l'utilizzo della mia amata e meravigliosa Venezia ridotta a un fondale sconciato e putrescente e' stato fonte di un disagio di sottofondo continuo, acuito dalla violenza gratuita e dall'assoluta mancanza di un orizzonte di riscatto possibile. Lo stile barocco e immaginifico il piu delle volte e' fine a se stesso, sterile ai fini della narrazione e del contenuto: "Avverte l'epopea dei fertilizzanti, il canto dell'azoto in migrazione che, legandosi all'ossigeno, feconda intere piantagioni di millefoglio, distese sconfinate di melma verde dove si risucchia l'ossigeno dalle acque costiere, percepisce l'agonia di milioni d'insetti bruciati da molecole complesse che distruggono il loro sistema nervoso centrale e di li, fluendo nei canali di scolo, appestano le riserve idriche della falda terrestre, entra in risonanza con il destino mondiale dei pesci, le creature boccheggianti degli abissi e quelle delle secche, quasi percependo il rantolo salire dall'esofago delle tartarughe marine ingolfato da sacchetti di plastica scambiati per meduse fosforescenti."
...Continua...ma non aspettatevi il classico tourbillon di maschere e coriandoli. Il Carnevale nel 2092 è una sorta di super-mega-festone dove il turista viene soddisfatto in ogni suo desiderio...qualsiasi desiderio a parte l'omicidio. Per quest'ultimo, a suo parziale "risarcimento", sono previsti i giochi che si tengono nel Superdome. Lo so che il Carnevale vi aveva fatto pensare a Colombina e Pulcinella...ma d'altronde anche Venezia non è la più la stessa; quello che resta della città lagunare, dopo la grande onda, è ora il Territorio autonomo di Nova Venezia. Autonomo per modo di dire...perché è posto sotto la sfera d'influenza del colosso cinese. Sto giro i cinesi non si sono limitati a comprare i negozietti del centro e a riempirci di inutili paccottiglia e cazzatelle. Hanno puntato in alto e fatto decisamente le cose in grande.
Tutto è cambiato. O forse non è cambiato proprio niente. Corsi e ricorsi storici. L'uomo dimostra di non aver imparato niente dai suoi sbagli, anzi li ripropone ed invece di evolversi, involve.
ECCALA'! Anche stavolta mi è scappata...cosa?...la frasona ad effetto, da psicologo da strapazzo, da opinionista di Barbarella nazional-popolare...così in base alla legge del contrappasso ora ve tocca subire un pò si sssssiocchezzuole varie (e non che quelle dette prima siano da meno).
Punto 1
Non ho mica capito perchè la moglie del Procuratore Xiao prima di concendersi al vincitore dei giochi del Superdome si metta a preparare il sushi. E la stranezza non sta nel fatto che lei sia una specie di trofeo umano ma dico... è moglie di un cinese...mi aspetterei che cucinasse degli involtini primavera o del riso alla cantonese...o forse l'autore sottintende che la moglie di Xiao è giapponese oltre che un pò...un pò geisha? Boh!
Punto 2
La grande quantità di additivi e conservanti contenuti nelle merendine che ho ingurgidato in tutti questi anni deve aver modificato i miei gusti in fatto di scrittura. Perchè con una scrittura del genere fino a poco tempo fa sto libro avrebbe fatto un volo dritto nella raccolta carta. Eccessivamente manieristica, un mero esercizio di stile..ecco come definirei la scrittura di Scurati. Nelle fasi di azione e di lotta non si avverte questa caratteristica ma nelle fasi di riflessione risulta appesantire inutilmente la trama. Qualcuno dovrebbe dire all'autore che due tre aggettivi aulici ogni sostantivo desueto non sono una regola inderogabile. E quando parlo di aggettivi/sostantivi non mi riferisco a bello-brutto o mare-monti ma a cose tipo: prognato, sagittale, lustrale, cinabro, superfetazione, frinzello ecc ecc ecc. In pratica ho girato per una settimana con il vocabolario in mano!
Punto 3
Scurati ringrazia alla fine del libro due tipi: Blumenberg e Sloterdijk. Ora che io non li conosca non meraviglia nessuno, però più che al pensiero di Tizio Blumberg e di Caio Slotervattelapesca, mi sembra che l'autore abbia preso spunto da opere come Spartacus di Kubrick, Il gladiatore di Scott, Morte nel pomeriggio di Hemingway, Battle royale di Takami...mi sembra eh, ma può darsi pure che mi sbagli anzi sicuramente mi sbaglierò.
P.s.: Comunque leggendo quanto ho scritto sopra si potrebbe intendere che il libro non mi sia piaciuto. E poi devo trovare una giustificazione per le quattro stelle assegnate.
In verità La seconda mezzanotte " me ga piasesto"..lo dico alla veneta...d'altronde anche l'autore, mio compaesano, è riuscito a descrivere ed accentuare quel tratto decadente e malinconico della città lagunare e a trasformarla per il periodo di Carnevale in una "città orgasmica, travolgente e travolta..quasi un animale inebriato che abbia tuffato il muso intero nella preda" e ciò vorrà pur dire qualcosa. Inoltre è riuscito a far convivere più generi,a creare qualcosa di unitario in questa grande ammescafrancesca , a parlarci di un futuro (distopico) prossimo pescando a piene mani dal trapassato remoto. E tutto ciò vorrà pur dire qualcosa...qualcosa tipo: mancanza assoluta di fantasia oppure assoluta genialità. Cercherò conferma della mia personale idea nel suo prossimo libro.
P.p.s:Perdonate questo sproloquio ma questa domenica di pioggia ha aumentato la mia logorrea ed accentuato la mia bipolarità.
Inizia come distopia finisce praticamente da romanzo storico (vedi i capitoli sulle battaglie) e nel frattempo scade in qualità e ispirazione.