Prosa inconfondibile e grande ritorno dell'autrice.
Un romanzo che non ha un trama complessa ma è carico di intensità.
Come nell'Amica Geniale troviamo forte la scissione tra la Napoli aristocratica, colta e apparentemente perfetta, e la Napoli dei rioni, con la sua gente semplice e talvolta grezza. Due realtà che nel romanzo si mischiano, collidono e si intrecciano.
Seguiamo con curiosità la vita di Giovanna, un'adolescente nata nella Napoli bene che ad un certo punto farà i conti con le sue origini. Scopriamo la sua visione dell'amore, tipica dell'adolescenza; una visione che ben presto si sconterà con la realtà, dove le relazioni non sempre seguono lo sviluppo immaginato.
Come tutti i libri della Ferrante, infastidisce, inquieta e fa riflettere.
Una frase che colpisce come uno sputo, un legame di sangue che instilla dubbi e veleni, un braccialetto che stringe più forte di una catena, bugie che alimentano sentimenti di vendetta e avvelenano l'esistenza: non è mai facile diventare adulte per Elena Ferrante, che con una scrittura forse più vischiosa del solito accompagna Giovanna, ragazzina borghese, napoletana del Rione Alto, nella transizione che va dalla pubertà - dai dodici anni in cui ascolta il padre confessare alla madre i dubbi che nutre sulla bellezza non solo esteriore della figlia - all'adolescenza dei sedici - attraversando e amplificando tutte le turbe dell'età vissute dalla quasi totalità delle sue coetanee; non è mai facile crescere, ma lo è ancora meno se a fare da leitmotiv sono le bugie degli adulti, quelle che rendono l'amore opaco come i vetri delle finestre dei cessi e la vita insopportabile.
Ci si immerge nei bassifondi di Napoli e in quelli della crescita, ci si sporca per mondarsi, si nega se stessi per poi ritrovarsi: non è catartica fino in fondo la storia di Giovanna, non lo sappiamo, e non sappiamo nemmeno se questa sua possa essere considerata una storia di formazione: la lasciamo a un punto di svolta, in partenza verso quella che può, forse, diventare una nuova vita. Ma non sappiamo nemmeno se la rivedremo.
Per me è la conferma della sintonia e del malessere che provo nel leggere Elena Ferrante: empatia e repulsione, malia e tormento, Elena Ferrante si conferma detentrice della narrazione del lato oscuro del vivere, del malcontento dell'essere che affonda nelle viscere profonde.
«Il tempo della mia adolescenza è lento, fatto di grandi blocchi grigi e improvvise gibbosità di colore verde o rosso o viola. I blocchi non hanno ore, giorni, mesi, anni, e le stagioni sono incerte, fa caldo e freddo, piove e c’è il sole. Anche le protuberanze non hanno un tempo sicuro, il colore conta più di ogni datazione. La tinta stessa, del resto, che prendono certe emozioni è di durata irrilevante, chi sta scrivendo lo sa. Appena cerchi le parole, la lentezza muta in vortice e i colori si confondono come quelli di frutta diversa in un frullatore. Non solo “passò il tempo” diventa una formula vacua, ma anche ”un pomeriggio”, “una mattina”, “una sera” risultano indicazioni di comodo.»
...ContinuaChe è successo alla Ferrante ? Perché questo libro ? Problemi economici ? La storia della generazione dopo è uguale a quella della generazione prima. Troppo uguale. Un po' di pruderie così tanto per gradire. Chiaro che lo leggo. Leggerò anche il prossimo ma forse preso in prestito. Così perché è come sciacquarsi il cervello. Durante tutto il libro mi chiedo se è cambiata lei, sono cambiata io, se erano così anche i precedenti e non avevo capito niente ... Forse è interessante per questo. OK sì, forse anche perché ci spiega come mai il nostro Paese è ridotto così. una dichiarazione di schifo verso una generazione di intellettuali pessimi.
...ContinuaChe è successo alla Ferrante ? Perché questo libro ? Problemi economici ? La storia della generazione dopo è uguale a quella della generazione prima. Troppo uguale. Un po' di pruderie così tanto per gradire. Chiaro che lo leggo. Leggerò anche il prossimo ma forse preso in prestito. Così perché è come sciacquarsi il cervello. Durante tutto il libro mi chiedo se è cambiata lei, sono cambiata io, se erano così anche i precedenti e non avevo capito niente ... Forse è interessante per questo. OK sì, forse anche perché ci spiega come mai il nostro Paese è ridotto così. una dichiarazione di schifo verso una generazione di intellettuali pessimi.
...ContinuaChe è successo alla Ferrante ? Perché questo libro ? Problemi economici ? La storia della generazione dopo è uguale a quella della generazione prima. Troppo uguale. Un po' di pruderie così tanto per gradire. Chiaro che lo leggo. Leggerò anche il prossimo ma forse preso in prestito. Così perché è come sciacquarsi il cervello. Durante tutto il libro mi chiedo se è cambiata lei, sono cambiata io, se erano così anche i precedenti e non avevo capito niente ... Forse è interessante per questo. OK sì, forse anche perché ci spiega come mai il nostro Paese è ridotto così. una dichiarazione di schifo verso una generazione di intellettuali pessimi.
...Continua