Valerio Evangelisti è uno degli autori italiani che preferisco. Riesce a coniugare critica sociale, approfondimento socio/politico/religioso ad ambientazioni sempre diverse, con elementi fantastici e weid e lo fa in modo magistrale.
Credo sia anche uno degli autori del quale ho letto il maggior numero di romanzi. Amo molto le sue serie minori, quella del palero Pantera in primis, ma anche il ciclo dei pirati e quello americano. Oggi però sono tornato a concentrarmi sul suo filone principale, quello legato all’inquisitore Eymerich e lo faccio parlandovi del romanzo “Le catene di Eymerich”.
Ammetto che questo sia il lavoro che meno mi è piaciuto di Evangelisti. Intendiamoci, non è un brutto romanzo, ma non mi pare abbia brillato per originalità e non è riuscito a coinvolgermi in modo particolare.
Scienza e mistica, fede e mistero sono gli ingredienti base. L’eresia catara a fare da sfondo alle ricerche di un Eymerich quanto mai incapace di attrarre empatia. Un personaggio che si ama per arguzia e determinazione ferrea, ma capace di far inorridire per spietatezza.
Diverse linee narrative si intrecciano portandoci in periodi storici differenti a formare un costrutto gradevole, ma dalle basi scientifiche un po’ troppo inverosimili per il mio gusto.
Una vicenda che si trascina più lenta del solito, relegando i colpi di scena alle sole pagine finali. Non fosse per la prosa piaceovle dell’Evangelisti, mi spingerei a dire che a tratti, nel corso della narrazione, il ritmo sia risultato così blando da annoiarmi. Recensione completa su:
https://www.scrittorindipendenti.com/2019/07/recensione-le-catene-di-eymerich-di.html
Sempre complicato per chi non è abituato a collegare diversi piani temporali narrativi, ma riesce nella difficile operazione di confermare l'amore che scoppia leggendo il primo volume del ciclo. Eymerich non perdona e non si pone il problema di piacere.
Con un avvertimento per i poveri: attenti ai mercanti e ai borghesi, perchè sapranno essere più spietati dei nobili. E attenti alla RACHE.
...ContinuaSecondo libro della saga dell'inquisitore Nicolas Eymerich.
La sua missione consiste nell'individuare e soprrimere una antica setta sopravvissuta e ancora presenta nella Valle d'Aosta del 1365, parallelamente si sviluppa la vicenda legata ai crimini contro l'umanità dalla Germania nazista fino al XX secolo in Romania seguendo uno scienziato nazista fuggito.
... pur essendo un buon romanzo si avverte già il bisogno di qualcosa di diverso, ho letto i primi 3 romanzi e fondamentalmente la struttura della trama non ha grandi variazioni: salti temporali, fantascienza, Eymerich che indaga con freddo cinismo e fede inossidabile convinto che il peccato vada estirpato sempre e comunque, finale risolutore in cui le varie trame temporali vanno a trovare un filo convergente...
...ContinuaAvevo deciso di provare a dare una seconda chance a questa saga, visto che avevo preso l'impegno di leggerla nel mio forum, ma questo volume è risultato ancora più patetico e sconclusionato del primo. Per non parlare della "qualità" della scrittura: una prosa sciatta e anonima in cui ogni tanto Evangelisti fa cadere elementi che saltano all'occhio, intendo per la loro bruttezza (come "alcunché" usato al positivo, uso raro e prezioso del tutto fuori luogo nella sciatteria) o per la loro assurdità, come per esempio "ora provava freddo" e, ultima solo perché non ho intenzione di star qui tutto il weekend, la definizione di cornea per il bianco dell'occhio. Ma dico, parli per pagine e pagine di enzimi e filamenti di DNA (ovviamente in modo assurdo, ma sembra che esista una produzione fantascientifica dove non servono minimi ancoraggi con la realtà, piuttosto con la favola) e poi chiami cornea il bianco dell'occhio? E per finire, Eymerich: un uomo che scopriamo essere uno psicopatico affetto da manie di pulizia assurde, che se vede un ragno viene colto da un momento di ribrezzo così forte da doversi fare un bagno purgante, che non sopporta a tal punto il tocco delle persone da avere una reazione scomposta OGNI VOLTA che qualcuno gli si avvicina anche per dirgli qualcosa all'orecchio (e comunque l'abbiamo capito, Evangelisti...non è che devi spendere una frase per sottilinearlo tutte le volte); anche a me non piace che gli estranei mi tocchino, ma non mi comporto come una bimbominkia ogni volta che succede, e che diamine! E dal primo libro si deduceva inoltre quanto odiasse malattie e imperfezionifisiche: un vero cristiano, eh. Ma vai a cagare, Nicolas. Inoltre è vanesio, gli piace avere lo stuolo di persone adoranti, ma con discrezione, la superbia è una cosa da sotto controllo.
Non perderò mai più il mio tempo nel leggere roba simile.