lessi questo libro più di 10 anni fa, ero troppo ignorante capii poco ma mi piacque molto. l'ho riletto adesso rimango ignorantissimo ma ho capito un po di più. un pò racconto, un pò saggio un pò poesia, per me bellissimo, non spiega ed esplicita nulla ma trasmette la sensazione, lo spirito del mito e lo fa rivivere in modo inconscio senza capire nulla. bisogna leggerlo così senza capirlo, sorbirlo come un nepente, sintonizzarsi e goderne della frequenza.
...ContinuaHo acquistato questo libro più di venti anni fa. L'ho preso in mano tantissime volte, altrettante l'ho iniziato e subito accantonato. Finalmente ho compiuto la piccola impresa di completarne la lettura. Con fatica, lo ammetto. E' un libro da iniziati, sia perché spesso dà per scontato che il mito raccontato sia conosciuto, sia per l'utilizzo, certamente appropriato, di termini greci antichi (anche se scritti con i caratteri latini) o che da questi derivano. Non essendo in possesso di una cultura classica, questo linguaggio mi ha reso ostica la lettura. E' stato comunque un viaggio affascinante che mi ha fatto assaporare il fascino del mito, che non può essere capito perché il mito è "il racconto del divino, ma il divino è proprio ciò che si sottrae allo sguardo, il nascosto, l'occultato, l'irriducibile e l'incomprensibile enigma" (Citati). Noi siamo figli delle religioni del Libro: secoli di interpretazioni, di esegesi, di Talmud ci hanno convinto che un racconto mitologico come la Bibbia possa essere ricondotto a un racconto storico, razionale, consequenziale. Ai miti greci (come agli altri miti del mondo) questo è mancato, sono rimasti confinati nel recinto del sacro, mentre le religioni del libro ne sono uscite e si sono fatte storia.
...ContinuaSe si ha un'idea vaga di quanto affascinanti e profondi siano i miti greci, questo libro permette di farsene un'idea precisa. Non c'è nulla di più coinvolgente e attuale negli intrecci che coinvolgono gli innumerevoli protagonisti, dei, eroi e uomini.
...ContinuaNé saggio né romanzo. A me è sembrata una raccolta di didascalie, senza organicità, confermata dal fatto che il 20% del libro è composto dall' indice dei riferimenti e citazioni. La mia poca conoscenza della materia sicuramente incide sul giudizio ma se uno scrittore non sa scrivere a tutti che scrittore è?
...ContinuaInsieme a un dio sempre si piange e si ride
Mythos è termine greco che significa parola, discorso, racconto. E Calasso, come un aedo dell'Antica Grecia, simile in questo ad un Demodoco o allo stesso Omero, ci porta al tempo quando la Terra era visitata dagli dei.
"Come Zeus, sotto forma di toro bianco, rapì la principessa Europa; come Teseo abbandonò Arianna; come Dioniso violò Aura; come Apollo fu servo di Admeto, per amore; come il simulacro di Elena si ritrovò, insieme a quello di Achille, nell'isola di Leukè..." Amori, tradimenti, fughe, stupri, parricidi, lotte per il potere ,divinità ancestrali, eroi e mostri.
Non è una trattazione sistematica della mitologia greca: il mito non ammette sistema il gesto mitico è un'onda che infrangendosi e ritirandosi accresce nella risacca la complicazione indominata, e alla fine la commistione, il disordine, da cui nasce un ulteriore gesto mitico
Il linguaggio del mito, diverso in questo dal logos ("parola razionale" "ordine" logica") , moltiplica, trasforma, allude, suggerisce ma mai afferma.
La narrazione di Calasso, a metà tra il saggio e il racconto, è seducente, ipnotica. Calasso affabula, da una storia si passa ad un’altra storia e poi ad un’altra ancora; è tutta un fiorire di vertiginose analogie e intuizioni, di ponti creati tra i capitoli.
Una scrittura "polifonica", simile alle Fughe musicali barocche dove ad un tema ricorrente vengono contrappuntate tutte le variazioni che ad esso vengono offerte. Di uno stesso mito ne vengono narrate tutte le possibili versioni.
E' una composizione giocosa, composta da toccate e fughe eppure è anche qualcosa di più.
In Omero e in Esiodo , i poeti e gli aedi sono entheos (ἔνθεος "pieni di Dio") "posseduti". Essere entheos, è una condizione che il poeta condivide con altri ispirati: i profeti, le baccanti e le pitonesse. Il mito dunque è racconto "vero", pronunciato in modo autorevole.
Tutto il mito è un dramma della conoscenza, dalla parte degli dèi e dalla parte degli uomini. I Greci sapevano che era la via regale della conoscenza, dominata da due dèi: Apollo e Dioniso.
Il racconto del mito diventa allora un racconto di viaggio, di conoscenza, dal visibile ( dio, divino sono parole che collegano la loro radice al significato di luminoso, appariscente, splendente) verso l'oscuro, il celato, il sotterraneo, il nascosto, verso la legge sottesa alla natura ( La natura delle cose ama nascondersi Eraclito) dove l'infinito, il mutevole e il contraddittorio risultano intrecciati in un opposto concorde.
Un viaggio verso il luogo dove il movimento è solo un illusione e il tempo è quello in cui
Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre
...Continua