Lezioni americane è l'ultimo libro scritto da Calvino e raccoglie sei lezioni magistrali, di cui una postuma, che l'autore avrebbe dovuto tenere negli Stati Uniti a seguito di un invito all'Università di Harvard. Lezioni non tenute, invece, a causa della morte dell'autore.
Le lezioni sono delle vere e proprie indicazioni sulle arte dello scrivere anche se, parole dello stesso autore, queste non sono dei dogmi intangibili e intoccabili. Infatti Calvino in tutte le sue lezioni richiama anche autori, altrettanto famosi, che hanno utilizzato l'opposto di ciò che l'autore consiglia. Ad esempio nella lezione sulla precisione, l'autore cita Leopardi che fa del vago e dell'indeterminatezza il suo modus operandi, a dimostrazione del fatto che questi consigli sono propri dell'autore.
Personalmente ritengo che al di là degli ottimi consigli, validi per chiunque si appresta a scrivere romanzi, storie o racconti, il tema centrale del libro sia l'elogio della letteratura. Calvino più volte si chiede quale sarà il destino della letteratura, alla luce di ciò che è stato e di ciò che è, rispondendosi che questo consiste nella pedissequa volontà di raccontare ancora e ancora.
La letteratura è al tempo stesso leggerezza, esattezza, rapidità, molteplicità e visibilità ma è soprattutto altruismo; il concedere una parte di sé ai lettori. Cosa che a Calvino riesce perfettamente in questo suo ultimo libro. I consigli sono nostri e siamo noi che dovremmo utilizzarli raccontando e raccontando ancora.
Da lettore che ritiene Calvino il più grande scrittore italiano del '900, risulta strano leggere un saggio di un professionista del romanzo e del racconto breve.
Le lezioni sono interessanti, ma possono essere un po' pesanti se si leggono troppe pagine in una volta sola.
Sono comunque le lezioni di un grande scrittore che conosce gli altri scrittori, un elogio raffinato della letteratura.
«Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili».
Ho ricomprato e riletto questo libro dopo diversi anni. Lo ho acquistato perchè la mia copia è rimasta impigliata ad un periodo precedente della mia vita. Ho comprato un Oscar Mondadori con rammarico per la nuova grafica e la copertina mozzata che trovo un orrore moderno inutile.
Le "Six memos for the next millenium", uscite postume e non troppo praticate, sono un capolavoro non solo per chi voglia cimentarsi con la scrittura narrativa ma per chiunque voglia esprimersi in modo consapevole e coerente,
Leggerezza
Rapidità
Esattezza
Visibilità
Molteplicità
Coerenza (sfortunatamente solo progettata)
sono sei concetti, sei radici dalle quali dovrebbe trarre giovamento la nostra comunicazione scritta, il nostro narrare e argomentare.
Italo Calvino manca. Avrebbe potuto contribuire alla nostra salvezza.
...ContinuaDedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso [...]
http://www.incipitmania.com/incipit-per-autore/aut-c/calvino-italo/lezioni-americane-italo-calvino/
Questo libro contiene un ciclo di lezioni Americane di Italo Calvino e sono datate 1985.
Per questo ciclo di lezioni lo scrittore si chiede cosa la letteratura debba portarsi nel nuovo Millennio. L'autore individua queste qualità, che poi sono il titolo di ogni lezione: Leggerezza, Rapidità, Esatezza, Visibilità, Molteplicità.
Prenderei velocemente e sinteticamente in esame ogni lezione.
Leggerezza: Calvino la esamina in contrapposizione al peso, dove per leggerezza non intenda superficialità ma un atteggiamento riflessivo ed analitico che porta a prendere anche le questioni più dure della vita con leggerezza, appunto. Questa contrapposizione tra leggerezza e peso mi fa pensare alla densità del testo, in cui parti molto scorrevoli ed ariose si contrappongono ad elementi densi e ricchi di significato, creando nel testo un effetto molla che apprezzo molto.
Rapidità: in questo lezione Calvino parla del ritmo del testo, e di come nel corso di un testo li tempo possa restringersi e dilatarsi.
Esattezza: qui invece ci parla di avere un disegno preciso dell'opera, una nitedezza nei termini da usare, ed una precisione linguastica.
Visibilità: in questa lezione affronta il tema della fantasia, muovendosi dal vago, all'infinito e l'infinitesimo.
Molteplicità: qui invece si chiede a cosa debba tendere un romanzo se raccontare una storia universale oppure dare risonanza ad una singola voce. Penso che in ogni romanzo ci sia una tensione interna che dal particolare, tende all'universale. Per me è assolutamente impensabile "un romanzo universale" come accade nella mitologia, ogni autore è una voce tra le tante, ma allo stesso tempo un universo che contiene molteplicità: in breve ognuno può solo raccontare il proprio universo. Questo desiderio di scrivere un romanzo universale è una sorta di chimera che la letteratura si pone, ed è questo limite irragiungibile a rendere la letteratura sempre viva, come afferma lo stesso Calvino.
Chiude il libro un ulteriore scritto sull' incipit e la chiusura che un romanzo dovrebbe avere.
Dopo aver speso queste parole mi sono chiesto: Ti sono piaciute queste lezioni? La mia risposta istintiva è non del tutto. Ho apprezzato molto le citazioni di menti eccelse Italiane come Leopardi e Leonardo, Dante e Boccaccio però leggendo ogni lezioni mi ha lasciato un senso di sospeso come se galleggiassi sulle pagine.
In definitiva, anche se per Calvino non è nata una particolare simpatia, accolgo con molto piacere queste sue lezioni, perchè mi ha dato modo di riflettere su alcuni questioni riguardanti la stesura e lo stile di un romanzo.