PROSA, STILE E TRADUZIONE (G.Arborio Mella): 5 STELLE CON LODE
Il primo Nabokov non si scorda mai, tant’è che, terminato, l’ho già riletto. Non mi capitava dai tempi de “La montagna incantata” di Mann. Ci sono tantissimi passi che ho trovato geniali, eleganti, originali e anche spassosi, volevo sottolinearli, farli miei in qualche modo, perché sono sicura di aver trovato “la”prosa per eccellenza. Soltanto l’incipit, che ho voluto cercare e leggere in inglese, è un tale gioco concentrato di allitterazioni, consonanze e assonanze da sembrare una danza di parole. Dopo aver scoperto Nabokov romanziere (in realtà avevo letto solo le sue “Lezioni di letteratura”) credo che sarà davvero arduo trovare un autore che superi il suo stile e la sua scrittura. Come lui dice ai suoi studenti americani:
“Lo stile e la struttura sono l'essenza di un libro; le grandi idee sono risciacquatura di piatti".
La ricostruzione di un dramma, il diario-confessione in cui il protagonista, Humbert Humbert, scava nei recessi della sua memoria da che aveva coscienza fino agli ultimi fatti della sua disordinata e dissipata vita per chiarire l’eziologia della sua psicosi, la “ninfolessi”come la chiama lui, ossia l’ossessione per le “ninfette” , bambine dai 9 ai 14 anni. In parole poveramente e brutalmente legali, Humbert è un pedofilo. Ma solo nel pensiero, scagioniamolo, in realtà, non ha avuto mai intenzione di violare fisicamente una bambina.
“Humbert Humbert si è sforzato in tutti i modi di fare il bravo, dico sul serio. Lui aveva il massimo rispetto per le bambine normali, con la loro purezza e vulnerabilità, e in nessunissimo caso avrebbe attentato all’innocenza di una fanciulla, se ci fosse stato il minimo rischio di uno scandalo. Ma come batteva il suo cuore quando, in mezzo a quella schiera innocente, egli scorgeva una bimba demoniaca, «enfant charmante et fourbe», sguardo velato, labbra lustre, dieci anni di galera se solo le mostri che la stai guardando.”
Ma Lolita non è un libro sulle memorie di un pedofilo, sarebbe fare un gravissimo torto a questo bellissimo romanzo, e all’autore che ha impiegato anni per la sua scrittura. L’ombra di Lolita aleggiava probabilmente già nelle sue prime opere e qui trova massimo compimento.
Come si sa il libro ebbe, vista la tematica, molte difficoltà editoriali, nessun editore, siamo nel 1955, voleva pubblicarlo, ci pensò un editore francese, specializzato in pubblicazioni osè.
E’ un grande e tragico divertissement , che gioca su un tema urticante e scabroso, sui nomi - il nome del protagonista, Humbert Humbert, ad esempio -che poi nella prefazione dell’autore vengono dichiarati pseudonimi, sulle parole in francese (retaggio culturale di Humbert/Nabokov), sullo snobismo e sulla vanità del protagonista che in più punti non ci risparmia sviolinate alla sua avvenenza e alla sua prorompente virilità, largamente, a suo dire, al di sopra della media.
Ma non dirò altro, la trama è famosissima, consiglio invece, di gustare la tempra di questa scrittura magica, affabulatrice, incantatrice, impostata sulla giocosità dello scherzo, sullo strizzare continuamente l’occhio al lettore e ai “signori della giuria” cui si appella spesso. C’è grande teatralità in queste apostrofi metaletterarie, un invito a farci entrare di soppiatto in certe scene, a farci partecipare a questo drammatico gioco.
C’è un continuo oscillare tra moralità/immoralità, tra comicità/drammaticità ben dosati, mai stridenti che mi ha fatta appassionare alla lettura, non mi ha stancata. Sono rimasta piacevolmente conquistata. Alla fine del 2020 ho scoperto il mio scrittore preferito in assoluto, ho capito il perché della grandezza di questo romanzo, che mi ha divertita, mi ha infastidito, mi ha amareggiato, mi ha anche commosso in certi momenti.
Indimenticabile.
Un meraviglioso affresco di una passione morbosa, egoista, annientante, come forse lo sono tutte le passioni erotiche, resa ancora più inquietante dal fatto che la passione è quella di un quarantenne verso una dodicenne che nel suo immaginario è la trasposizione di un suo mancato amore adolescenziale. ... “il termine “scandaloso” è spesso soltanto sinonimo di “insolito”, e una grande opera d’arte non può non risultare più o meno scioccante. ... egli è indubbiamente un individuo ripugnante ed abietto, un fulgido esempio di lebbra morale, una commistione di ferocia e lepidezza che rivela forse un’infelicita’ estrema, ma non contribuisce affatto a rendercelo simpatico. ... ma con quanta magia il canto del suo violino sa evocare una tenerezza, una compassione per Lolita che ci fanno leggere rapiti il libro mentre ne aborriamo l’autore”
...Continua“Penso agli uri e agli angeli, al segreto dei pigmenti duraturi, ai sonetti profetici, al rifugio dell’arte. E questa è la sola immortalità che tu e io possiamo condividere, mia Lolita”....semplicemente un capolavoro
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