Strazio e incanto, insieme a scintillante ironia, abbondano in Lolita, il romanzo più celebre di Nabokov che racconta la storia dell’ossessiva e fatale passione del professor Humbert Humbert per la “ninfetta” Dolores Haze. Motel dopo motel, la vicenda si snoda lungo le strade americane nella forma di una confessione onesta e disperata. Meraviglioso romanzo, ha ispirato l’omonimo film di Stanley Kubrick.
...ContinuaQuesto libro innanzitutto è scorrevole, e non è poco.
Trasuda passione,amore,vergogna e disperazione, ma spicca fra gli altri perché riesce incredibilmente ad essere elegante non scendendo mai nella volgarità, e senza mai essere troppo diretto.
Certe carezze sembra di sentirle leggendo...Le cose che lui non dice, si sentono meglio.
Certo anche l'argomento fa la sua parte nel renderlo originale, e non dimentichiamo che è stato pubblicato nel 1955..
Ma ci tengo a specificare che la ragazzina ha sui 14 anni, ed è furba e sveglia, infatti la vittima della situazione sembra essere il protagonista stesso!
Vittima della sua vergogna, vittima di un passato traumatico, succube delle attenzioni della ragazzina.
D'altra parte lei avrà delle ripercussioni psicologiche causate da questa situazione (che non è una situazione ne normale ne sana) infatti il 'marcio' pervade completamente il libro: non c'è nessun vincitore, anzi, perdono tutti.
Ma per quanto orribile, distinguerei questa situazione dalla pedofilia vomitevole e malata che può essere quella che riguarda certi orchi che usano la forza con dei bambini piccoli.
Io sono una ragazza e ho adorato questo libro.
La passione, la disperazione che riesce a rendere l'autore sono qualcosa che difficilmente si trova in altri romanzi.
Il protagonista è semplicemente vittima di se stesso, e lo sa bene.
Bellissimo il quesito che si pone a fine libro, ai limiti del filosofico.
Riesce a trasmettere appieno tutta la disperazione e il senso di colpa di un uomo attratto dal proibito.
Letto la prima volta a tredici anni, non ne avevo capito un terzo. Letto nuovamente questa estate, mi ha fatto esplodere il cervello. Irriverente, provocatorio, scandaloso, schietto, torbido e bellissimo.
Quest’anno continuo a imbattermi involontariamente nel mondo degli insetti. Così, senza motivo.
È cominciato tutto con le api di Honeyland (documentario meraviglioso sull’ultima apicoltrice macedone).
Poi ho letto La mia famiglia e altri animali, e ho scoperto le crisopi, le cetonie, e le api legnaiole.
Guardando un doc su Aldo Braibanti ho appreso che era un appassionato mirmecologo (team formiche).
Mentre ascoltavo L'idealista su Radio3 mi è capitata la puntata sull’entomologia spicciola: cinque canzoni italiane dedicate agli insetti.
Ho pure visto per la prima volta La mosca di Cronenberg.
Ma, attenzione, il pezzo forte di questa mia collezione di collezionatori d’insetti l’ho tenuto per la fine:
ad aprile ho finalmente letto Lolita di Vladimir Nabokov, e Nabokov era un famoso entomologo. Andava regolarmente a caccia di farfalle insieme alla moglie Vera, ha scoperto alcune specie a cui ha dato il nome lui stesso, e ne ha riprodotte a centinaia in bozzetti disegnati dove capitava. Alcuni proprio sulle prime pagine di Lolita.
Perché questo incipit sugli insetti?
Nulla, forse perché ero in ansia da prestazione nel dover parlare del libro che, invece, ha l’incipit più bello della storia della letteratura. Pensare che all’epoca abbia avuto così tante difficoltà di pubblicazione è semplicemente assurdo: a me sarebbero bastate solo quelle prime righe per dirgli di sì, e dargli pure mezza casa editrice in comproprietà.
All’epoca, invece, ci videro un romanzo indecente, osceno, improponibile. Peccato che in oltre 300 pagine non ci sia una singola parola oscena, né mezza riga che possa definirsi pornografica.
Cogliendoci impreparati e destabilizzando le nostre certezze, Nabokov è riuscito a scrivere della relazione tra un uomo ultraquarantenne e una ragazzina di dodici anni senza suscitare in noi nessun tipo di orrore. Potranno dire che si tratta di pedofila, che parla di un maniaco, ma chi ha letto il libro sa che Lolita non è altro che una storia d’amore, di ossessione, passione, tormento, sofferenza, illuminata dal faro dell’unica vera musa di Nabokov: la parola.
Senza dubbio alcuno, tra i libri più belli che abbia mai letto.
...ContinuaNon ho mai letto niente di più rivoltante. Non mi riferisco al fatto che il libro parli di pedofilia (e comunque mi chiedo: perché mai uno dovrebbe scrivere un libro del genere? Risposta: per fare il figo, l'originale, l'intellettuale fantasioso), ma allo stile incredibilmente pedante e criptico e alla trama noiosa e inconsistente. Ho buttato un mese della mia vita per leggere questo obbrobrio. Non leggetelo, è uno dei libri più brutti che abbia mai letto.
...ContinuaPropagandato come capolavoro e/o come manifesto dell'immoralità, non è - alla fine - né l'uno né l'altro.