Il libro ripercorre il viaggio nella musica di Manu Chau dagli esordi all'inizio del 2000. Indubbiamente aiuta a conoscere meglio questo grande artista e ad apprezzare il suo impegno politico nei confronti delle minoranze povere e oppresse.
Scritto con un tono quasi “agiografico”, la storia di Manu Chao mi ha scosso. Pensavo di leggere una normale biografia basata sulla storia di una band, i Mano Negra, e del suo “creatore”, Manu Chao. Mi sono ritrovato a “lacrimare come un vitello” leggendo le parti relative all’America Latina. Non si può mescolare musica, storie del Sud America, autori del calibro di Marquez e Galeano, il tutto condito dalla musica di Manu Chao e restare indifferenti. Almeno per me è impossibile rimanere indifferente.
È narrata la storia di Manu e soci, dagli esordi parigini sino ad un attimo prima dell’11 settembre. Una folle corsa in musica e in progetti al limite dell’assurdo. Meraviglioso il viaggio intrapreso in giro per la Colombia, con un treno ristrutturato e pieno di vagoni “a tema spettacolare”, molto simile alla banda di Melquíades, la tribù zingara narrata in Cent’anni di Solitudine di Marquez che porta la “feria” nei paesi del Sudamerica.
Ma che fine ha fatto Manu Chao? Non lo si sente da molto, oppure siamo noi che ci siamo addormentati da quel lontano 2001? Manu ritorna a suonare anche per il “grasso Occidente” che nel frattempo è diventato il “terzo mondo dei sentimenti”.
Il viaggio di manuchao dall'adolescenza parigina fino ad oggi, attraverso i dischi, gli innumerevoli viaggi, le culture e le persone conosciute! scritto da un grande giornalista che mette in luce anche l'avventura ed il senso di libertà che c'è nella musica e nella vita di Manuchao
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