Io lo so che parto prevenuta. Non saprei dire perché, ma spesso i libri di autrici donne non mi convincono, e in questo periodo non ho tanta voglia di libri italiani. Per cui avrei dovuto lasciar perdere, ma mi sono lasciata convincere. A me quello che piace in un libro è la storia: dalla storia devono venire fuori i personaggi, da quello che fanno, da quello che dicono. Invece qui il protagonista è il narratore, che ci dice tutto quello che succede nella testa dei personaggi, mentre quello che accade è molto sullo sfondo (e anche un po' banalotto, forzatamente esagerato).
...Continuaho avuto difficoltà ad ingranare a causa dello stile un po troppo pomposo sulle prime. stavo per abbandonare quando invece l'intreccio ha iniziato a catturarmi e l'ho divorato in due giorni, complici i luoghi familiari sullo sfondo. un bel libro dall'autrice del bellissimo blog Japon mon amour
...ContinuaUna storia emozionante, uno di quei libri che, dispiace chiudere e lasciar andare, una volta giunti all'ultima pagina. Poche volte mi è capitato di immergermi tanto in una storia, scritta da un'autrice giovane e contemporanea. Ormai il mercato letterario è invaso da scrittori improvvisati, e storie buttate lì senza troppo spessore. Dove oltre il soldi, si rimpiange pure il tempo sprecato nel leggerli. Questa volta invece mi sono imbattutta in qualcosa che mi ha davvero emozionato, e ritengo ben speso ogni euro investito per l'acquisto di questo libro. Non solo leggerò senz'altro altri scritti dall'autrice, ma credo regalerò anche qualche copia ad amici e conoscenti.
...ContinuaUn libro che ha richiesto un lungo periodo per essere scritto. E questo si nota in maniera positiva: i vocaboli ricercati e preziosi, la storia dall'intreccio ben costruito.
Ho apprezzato tanto le riflessioni che emergono sul rapporto tra genitori e figli.
Questo è per me l'anno dei "leggo il nuovo libro di [Autrice/autore che ho adorato per i suoi primi scritti]". Anche con Laura Messina è andata così, infatti: un paio di anni fa l'ho scoperta per caso e ho letto Tokyo Orizzontale, il suo primo romanzo, che mi era piaciuto moltissimo. Quando ho scoperto questa nuova uscita, dunque, ne sono stata subito incuriosita.
Come succede ahimè troppo spesso, quando si hanno aspettative molto alte, non ho ritrovato il libro che mi sarei aspettata. Quello che mi aveva particolarmente colpito del libro precedente, in realtà, era stata l'ambientazione giapponese, e la meraviglia nel riscontrare una capacità unica di raccontare il Giappone da parte di un'italiana. Qui, per forza di cose, sono mancati quei presupposti, e per quello ho sentito la narrazione un po' meno "mia". Ci sono libri in cui i luoghi sono particolarmente importanti; questo è uno di quei libri, ma la città scenario e chiave di tutto qui è Roma, che io conosco poco e che quindi ha fatto un po' in modo che mantenessi le distanze dal racconto.
In ogni caso, comunque, il libro alla fine mi è piaciuto. Ho trovato l'inizio un po' difficoltoso, un po' pesante, macchinoso e, per via della pluralità dei punti di vista, un po' slegato. Quando il libro inizia a virare verso una direzione più chiara la lettura si fa un po' più svelta e fluida, ma purtroppo prende realmente il volo solo verso l'ultimo terzo della storia.
Non esiste una trama vera e propria in questo romanzo, si crea piuttosto cucendo insieme le vicende dei vari personaggi, che sono il vero focus della narrazione, oltre ad esserne il punto forte. Ogni protagonista è raccontato minuziosamente, con un'introspezione impeccabile e con ricchezza di particolari, dettagli e pensieri.
Abbiamo Clara, la donna che ha trovato il riscatto da una vita di stenti e che ora resta accanto al suo uomo non per amore, ma per comodità, nonostante soffra per quel grembo vuoto in cui lui non potrà mai far crescere nulla. Maestra per noia e scrittrice nascosta per passione, cerca di non mostrare mai nella sua vita il disordine che l'immobilità ha creato nella sua testa e nel suo cuore.
Clara è il personaggio che mi ha fatto innervosire di più, perché è un misto di egoismo ed inedia che difficilmente sopporto nei personaggi e nelle persone. Ma è comunque scritta divinamente e la sua lotta interiore e soprattutto sociale con la sua impossibilità di diventare madre è sicuramente uno degli aspetti più profondi e interessanti del racconto.
C'è poi Marcel, un bibliotecario con un ex futuro promettente macchiato da uno scandalo, che ha ricostruito la sua vita adattandola di più alla sua misura. Sembra incontrare nella sua vita solo persone ingombranti, che risucchiano tutto il suo amore, a partire da sua madre, per poi passare all'amico di una vita e a chi la vita gliel'ha rovinata.
Marcel è sicuramente il personaggio più umano, il più facile da comprendere e con cui empatizzare. Una persona che usa dare tutto se stesso agli altri, ignorando spesso i suoi bisogni e i suoi desideri, una persona che cuce la sua vita intorno alle aspettative degli altri e che è stato cresciuto in modo da non potersi mai sentire abbastanza.
E poi Momoko, la splendida, giapponesissima Momoko, interprete che divide la sua vita tra la fredda e frenetica Tokyo e la calda accoglienza dell'Italia. Troverà qui quello che non è mai riuscita a tenere stretto in Giappone.
Ovviamente l'ho adorata, una donna divisa tra due mondi tra cui ha imparato a destreggiarsi, ma in cui non è mai riuscita a trovare appartenenza definitiva.
In ogni caso, alla fine i nodi della storia vengono al pettine e il romanzo prende retroattivamente tutta un'altra sfumatura. Ho apprezzato moltissimo l'ultimo terzo, il momento in cui tutto si complica, irrimediabilmente, pare, e tutto ciò che accade da allora in poi. Il modo in cui i punti di vista si intrecciano e si fondono, il modo in cui, alla fine, tutto torna.
...Continua