«È caduta una bacca, ho pensato / la tua bocca serrata; mi sono / guardato nello specchio: / né giovane né vecchio...». Gianfranco Contini, che conobbe Giorgio Orelli ventenne, studente di lettere a Friburgo e poeta esordiente, ha detto una volta che «È caduta una bacca, ho pensato / la tua bocca serrata; mi sono / guardato nello specchio: / né giovane né vecchio...». Gianfranco Contini, che conobbe Giorgio Orelli ventenne, studente di lettere a Friburgo e poeta esordiente, ha detto una volta che quando parliamo di Orelli anche noi siamo «né giovani né vecchi». Vorremmo fosse vero. Ma lui sì: Orelli è di quegli uomini fortunati che hanno l'anagrafe «in gran dispitto». Prova ne è che continua a lavorare e a scrivere come ha sempre fatto, con grande energia e allegria, alternando i versi alla narrativa alla critica, ma senza fretta, senza ansia.
L'incontro con i libri di poesia e con gli «accertamenti verbali» di Giorgio Orelli è stato per molti un'esperienza decisiva. E tra la scrittura poetica e la scrittura critica di Orelli circola, come lui direbbe, lo stesso ozono. Per chi voglia capire che cos'è il linguaggio poetico, leggere un saggio critico di Orelli è molto più istruttivo che frequentare qualsiasi scuola di creative writing.
Questo volume, che raccoglie diverse voci di giovani e vecchi amici di Orelli riuniti a fargli festa in occasione dei suoi splendidi ottant'anni, vuole essere un segno concreto di gratitudine: per quello che ci ha insegnato, con la sua presenza e con il suo inimitabile stile, nel lungo studio della poesia e nel grande amore della vita.
Anche a nome di tutti coloro che vi hanno collaborato, siamo lieti di dedicare questo libro a Giorgio, e con lui a Mimma, compagna della sua vita e sua prima lettrice.
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