«Le macchine diventeranno sempre più potenti. È per questo che dovremmo imparare a essere sempre più umani.» Iain M. Banks
...ContinuaIl mio quarto d'ora di gloria: Giorgio Burello, autore di uno dei racconti, sono io! Avevo vinto la prima edizione del Premio Robot!
Con il solito paio d'anni di ritardo ho finalmente letto il numero 56 di Robot.
Mi piacerebbe poter dire che la cosa migliore di questo Robot è l'articolo scritto a quattro mani da me e da Giovanni De Matteo (ok, soprattutto da Giovanni), però non sarebbe giusto, che le foto a Iain Banks scattate dal sottoscritto a Verona sono ancora meglio. (Ma forse è il ricordo di quella giornata a colorare di una luce migliore quelle che in fondo sono foto qualsiasi).
Scherzi a parte, questo è forse il numero di Robot le cui storie mi son piaciute meno. Nè i racconti degli autori stranieri, nè i contributi degli autori nazionali mi sono rimasti particolarmente impressi. Almeno non quanto la meravigliosa immagine di Stephan Martiniere che splende dalla copertina di questo numero.
In ordine di apparizione questi sono i racconti presenti nella rivista:
- Sulla spiaggia di Elizabeth Bear. Un racconto post-apocalittico premiato con l'Hugo, che ho trovato però un po' troppo retorico per i miei gusti;
- Copia d'artista di Giorgio Burello. Il racconto vincitore del premio Robot 2008, che a poche settimane dalla lettura è già evaporato dalla mia labile memoria;
- Sottomissione di Luke Jackson, autore a me sconosciuto con un racconto tranquillamente dimenticabile;
- Anniversario di Silvia Castoldi costituisce l'eccezione che conferma la regola: questo racconto in salsa vampiresca è il migliore tra quelli presenti in questo Robot. Lo è per la consapevolezza della scrittura, per le suggestioni che è capace di evocare, per l'abilità dell'autrice di giocare con un mito ormai frusto restituendogli la grazia e il turbamento che merita;
- Ritratto del figlio di Vittorio Curtoni , un racconto dai ruggenti anni '70, che con il suo passo pesante m'è parso un po' troppo datato per essere ancora apprezzabile;
- L'eroe dei mille mondi di Clelia Farris , storia di potere e rivoluzione che soffre di quello che non saprei come meglio definire se non come eccesso di entusiasmo, e risulta quindi un po' troppo confusa per essere davvero convincente;
- Cigno Nero di Bruce Sterling, un racconto italiano che parte bene ma che prosegue un po' troppo frettoloso e sciapo. Sterling è in grado di fare molto meglio.
A conti fatti io sarò anche un lettore difficile, però spero davvero che i prossimi numeri della rivista diretta da Vittorio Curtoni siano narrativamente più solidi e convincenti rispetto a questo numero 56.
http://iguanajo.blogspot.com/2010/12/letture-novembre-2010.html
...Continua