"Sull'orlo del precipizio" è il titolo del romanzo che un noto scrittore di successo ha terminato di scrivere dopo un lungo periodo di lavoro.
Affida il manoscritto alla sua editor che, entusiasta, gli annuncia che presto verrà dato alle stampe.
Ma, da un giorno all'altro, la sua casa editrice sparisce, confluita in un colosso internazionale, e così pure la sua editor e gli altri referenti editoriali.
Al loro posto spuntano dei tizi poco rassicuranti che parlano un italiano stentato.
Il nostro autore scopre che il suo romanzo verrà rimaneggiato totalmente per seguire le esigenze di mercato, così come innumerevoli capolavori verranno rielaborati e "svecchiati".
Manzini inserisce degli esempi con spunti comici quasi demenziali.
"Vuole che le legga l'incontro tra i coatti e don Abbondio?"
"I coatti?"
"I bravi, dai."
Il protagonista decide di difendere il proprio lavoro, pseudo eroe pronto a combattere contro i distruttori della cultura: ci riuscirà?
Questo breve romanzo è una lettura spassosa e godibile, densa di personaggi grotteschi ma che, al contempo, fa riflettere sulle dinamiche che muovono il mondo dell'editoria legate alle esigenze di mercato e di fatturato a discapito, a volte, della qualità dei libri pubblicati.
Lo scenario immaginato quindi non sembra così assurdo e frutto solo della fantasia di Manzini ma l'esasperazione di una parte della realtà.
Una parte di realtà che ci dovrebbe spingere a distinguere meglio tra narrativa e "comunicazione in lingua indigena" ( come viene definita dalla nuova proprietà editoriale): quest'ultima, ahimé, in alcuni pseudo libri ben riconoscibile.
Romanzo breve, ma lungo il giusto per evitare di allungare troppo il brodo.
Uno scrittore di fama, all’alba della pubblicazione del suo ultimo romanzo, trova che tutte le case editrici son state fuse in una sola, con un esito delirante
Libretto prestatomi e finito in un paio di sessioni di lettura.
Salvo solo la parte finale in cui viene fuori l'anima "mercenaria e egocentrica" della figura dello scrittore:senza fama e senza soldi non resiste e si piega:-((...che tristezza di pseudouomini,cosa si fa per mantenere i frizzi e lazzi di figli,moglie e compagnia cantante.Si vendono l'anima per dieci secondi di notorietà.
Il resto lo giudico una cagata pazzesca a partire da questa sorta di grande fratello dell'editoria.
Manzini,torna a Rocco lascia perdere il resto.