Romanzo distopico interessante nel quadro che crea, originale, potenzialmente ricco di spunti di riflessione.
Ma allo stesso tempo per quanto riguarda lo svolgimento il racconto risulta un po' povero di pathos e un'organizzazione della narrazione ingarbugliata (l'autrice decide di non raccontarci il quadro il cui è ambientata la vicenda, bensì ce lo fa dedurre lentamente dai frammenti di vissuto della protagonista) non aiuta a rendere il libro del tutto convincente.
Vengo ai pro: come dicevo il libro potenzialmente come spesso avviene per i romanzi distopici, portando all'eccesso alcuni concetti, permette di far riflettere su degli aspetti della nostra realtà. E così fa questo libro, permettendoci di riflettere sul senso della libertà individuale, sulle caratteristiche di un regime totalitario, e poi nello specifico sul senso profondo dell'emancipazione femminile, fino anche a riflettere sul senso dell'amore che in questo libro assurge al ruolo di valore inalienabile per l'essere umano. Anche se devo dire in questo romanzo viene principalmente narrata una storia, la parte di sintesi e riflessione è lasciata pricipalmente al lettore, l'autrice non trasmette granché il suo punto di vista, nè da mai veramente la sua "lezione". Questo elemento poi è valutabile a seconda dei gusti del lettore: a me per esempio sarebbe piaciuto di più avere dei momenti di pausa e riflessione maggiore. Spesso avevo l'impressione che tutto scorresse via senza essere adeguatamente processato e metabolizzato.
I contro: La protagonista ha un'indole remissiva e apatica. Forse è così perché la situazione che vive porta all'annullamento della propria personalità. Forse gli è semplicemente uscita così. Purtroppo non crea molta empatia. La narrazione , come accennato all'inizio, ha una struttura intricata in cui il racconto del contesto non viene affrontato all'inizio ma inserito in maniera sparpagliata nel romanzo (il testo inizia come se il lettore già conoscesse tutta la situazione). Il che è sì originale, ma crea un po' di confusione. Dopo 200 pagine ancora non avevo un quadro chiaro e inoltre non era successo praticamente nulla. La trama purtroppo non decolla nemmeno nelle restanti 200 pagine, tanto che parlerei più che altro del racconto di una certa fantasia distopica in cui la vicenda personale della protagonista è solo un pretesto.
...ContinuaA truly special idea, with great potential to become a masterpiece, but that potential was not fully exploited.
There is virtually no plot development or story, leaving the narrative to a grim and dark stream of consciousness - this is not bad in itself, but the devices used to prompt that stream quickly become rather repetitive
The writing is decent, but not particularly impressive, falling into boring repetitions fairly often
Shame also for the unfortunate lack of detail about the events that led to the birth of Gilead and about the actual inner workings of a cruel theocracy
Missed opportunity
...ContinuaDystopian future of religious integralism. Atwood is able to construct an accurate Framework for a future scenario based on an opportunistic/integralist interpretation of religious texts. An apocalyptic context of depletion of resources, epidemics and pollution. Great intimate storytelling. Human nature does not change thought and the account of acute power and gender disparities are just very close to what we live in now and hits us with all the inequalities the current society is full of. Great last chapter, full of irony in the way human vicissitudes are seen from an historic point of view. A must.
...Continua