Dopo il primo ‘tomo’ della serie, affronto con coraggio queste ulteriori 820 pagine per scoprire che nemmeno queste sono bastate a Brandon per riuscire a portare a conclusione la storia. Diciamoci la verità, è il mago del tirarla per le lunghe. Infatti, come già sperimentato col primo libro, gli avvenimenti prendono il via solo dopo le prime cinquecento pagine, sono sicura che avrebbe potuto fare di meglio e asciugare il tutto. Fortuna che verso la fine l’autore dà il meglio di sé tirando le fila e dandosi all’azione tanto agognata. Peccato che anche il finale, per quanto meriti davvero, abbia due pecche che personalmente non posso perdonargli. La prima è che… non finisce, ma nemmeno chiude qualche linea di narrazione o sottotrama, in pratica lascia il lettore con più domande di quante gliene abbia fatte insorgere con tutta la narrazione precedente. La seconda è l’uso del narratore inaffidabile. Davvero trovo scorretto ingannare così il lettore che per tutto il libro si è fatto le proprie teorie su che cosa stia accadendo per poi scoprire nelle ultime cinque pagine che… non voglio fare spoiler, ma vorrei comunque dissentire, non è corretto dare ai lettori indizi falsi su cui basarsi. Per non parlare della trovata alla fine usata per “salvare” qualcuno, il classico deus ex machina tirato fuori dal nulla dallo scrittore per ribaltare le sorti di un membro e predisporlo per passare in futuro da inutile a prossimo eroe super.
Gli do tre stelle soprattutto per la trama, davvero originale e ricca di sfumature. Nonostante si faccia un po’ fatica a seguirla perché molto ingarbugliata e nebulosa, ci trascina e intrattiene a fare mille supposizioni e ipotesi.
Il world building è lo stesso del primo romanzo, quasi tutto si svolge nella cittadella di Luthadel, con le sue ceneri e le perenni nebbie, che oramai conosciamo. Non aggiunge nulla di più.
Molti dei personaggi li abbiamo già conosciuti, qualcuno se ne aggiunge, qualcuno lo lasciamo… però la storia praticamente è incentrata su Vin ed Elend, con uno Sazed improvvisamente portato a coprotagonista secondario, ma tutti gli altri personaggi vengono lasciati pressoché in secondo piano, senza realmente svilupparli o approfondirli ulteriormente. Un vero peccato. Soprattutto perché manca un personaggio principale di carisma com’era Kelsier. Si poteva sperare in Zane, ma è stato lasciato ‘inspiegato’ prima ancora di potercisi affezionare.
Quello che proprio non mi quadra nella storia è che Vin, che parla dell’importanza della fiducia, di come ha imparato a fidarsi ciecamente dei membri della banda e che và dicendo che proprio la fiducia sarà quello che farà la differenza, proprio lei non condivide coi suoi compagni la benché minima informazione. Insomma, se alcune di queste fossero essenziali per affrontare la crisi degli eserciti che assediano la cittadina, perché non darle anche agli altri compagni? Se non le scoperte cruciali su Zane e sulle macchinazioni da lui ipotizzate, anche il semplice uso del duralluminio, perché non condividerlo con gli altri? Lei non è mica l’unica allomante, il potenziamento degli effetti dell’allomanzia di cui ognuno è esperto potrebbe fare la differenza per tutti i membri del gruppo. E il suo eterno amore? Lui si fida di lei, lei si fida di lui, ma non gli racconta niente? No, a mio avviso la cosa non regge…
Comunque una buona lettura, quantomeno da pagina 500 in poi.
Nel secondo romanzo della saga, più corale, ci si ritrova a fare il tifo per personaggi comprimari nel primo capitolo. Continuano i colpi di scena, stavolta neanche condensati tutti alla fine. Alcune trovate geniali da parte dell'autore e almeno un momento di godimento puro. Ottimo.
...Continua... diciamo che 800+ pagine sono un po' troppe vista la trama della storia.
Speriamo nel capitolo conclusivo della trilogia!
La Trilogia di Mistborn ha tanti aspetti positivi: ambientazione, epica, tipo di magia, personaggi ben caratterizzati.
I problemi che ho trovato sono principalmente il troppo tempo dedicato all'introspezione dei personaggi, con pagine e pagine che di sicuro approfondiscono bene il loro carattere, ma rallentano troppo il ritmo della storia; ed il finale, che sebbene sia molto ben ideato, sembra un po' tirato via.
Peccato perché poteva venirne fuori un capolavoro, invece di una storia gradevole da leggere.
Volume un po’ sottotono... perlopiù chiacchiere su chiacchiere e un assedio lungo non so quanto.
La “storia d’amore” tra elend e vin mi ha stufato sin da subito. E dire che sanderson la sfiora appena, non è che la approfondisca dal punto di vista romantico. Sarà forse che non riesco a digerire elend...
Mi sarei giocata la casa che sarebbe diventato mistborn. E mi giocherei anche l’auto che sarà di sicuro almeno pari a vin come potenza. Il personaggio più inetto della storia adesso mi diventa superman.