Siamo nella Milano anni '60: Antonio Dorigo è un architetto cinquantenne incapace di instaurare un rapporto serio con una donna.
Forse per egoismo, per immaturità o per paura di assumersi le responsabilità di una relazione duratura preferisce frequentare la casa della signora Ermelina che gestisce un giro di prostitute.
Un giorno Antonio conosce lì la giovanissima Laide, avvenente, intraprendente e ambiziosa che riesce a stregarlo fino a renderlo un burattino nelle sue mani e con la sua furbizia a manipolarlo stravolgendogli la vita.
Antonio è consapevole di aver smarrito la sua dignità rincorrendo questa ragazzina della quale, pur provando ad usare la ragione, s'innamora perdutamente.
"Lui la amava per se stessa, per quello che rappresentava di femmina, di capriccio, di giovinezza, di genuinità popolana, di malizia, di inverecondia, di sfrontatezza, di libertà, di mistero. Era il simbolo di un mondo plebeo, notturno, gaio, vizioso, scelleratamente intrepido e sicuro di sé che fermentava di insaziabile vita intorno alla noia e alla rispettabilità dei borghesi".
Buzzati narra di questo amore (Antonio)/ non amore (Laide) descrivendo anche l'epoca del boom economico in cui la borghesia mostra le sue ipocrisie e i suoi limiti. Infatti lui, "con la testa piena di pregiudizi borghesi", la considera "una puttanella dei quartieri popolari" da amare ma, contemporaneamente, da nascondere agli occhi altrui.
È un romanzo scritto in uno stile diretto, con un periodare lungo e, a tratti, "povero" di punteggiatura rendendolo quasi un flusso di coscienza nei sofferti monologhi interiori del protagonista.
Buzzati scandaglia sofferenze, gelosie, insicurezze, ingenuità e meschinità con spessore e raffinatezza rendendo "Un amore" intramontabile.
E' stato interessante entrare nelle ossessioni di Dorigo, anzi, più che interessante, quasi ipnotizzante. Più leggi e più resti intrappolato in questo groviglio di amore, gelosia, possessività, tradimenti, bugie, voglia di scoprire la verità, ma anche no, di continuare a recitare la propria parte, perché a volte la finzione è meglio di niente. E poi questa Milano descritta magnificamente, attraverso le sue case, le sue strade, la sua gente... Grande Buzzati, ennesima conferma di come uno scrittore vero sia capace di tirare fuori meraviglie anche da una storiella da niente.
...ContinuaBuzzati è per me un autore indiscutibile, uno di quelli che mi hanno avvicinato alla lettura e per cui non solo sento di avere un debito di riconoscimento, ma anche una sintonia emotiva.
Un amore, nel suo racconto semplice - un uomo si innamora di una ragazza più giovane che fa la prostituta - è l'esplorazione dei travagli di una persona innamorata, che nel suo desiderio vorrebbe che la persona corrispondesse in toto alle sue aspettative, ma può mai essere così?
Buzzati, con lo stile sinuoso, riesce a immergere il lettore nella psicologia dei personaggi ma anche nella società dei suoi tempi, nei rapporti uomo-donna, nel peso che il paternalismo ha nelle nostre relazioni.
Per me un capolavoro, ma lo dicevo all'inizio, sono assai di parte.
"Un amore" è l'unico romanzo erotico di Buzzati. Lo scrittore Bellunese descrive una storia d'amore malata e perversa, ma contemporaneamente analizza in maniera lucida le figure dei personaggi (la prostituta, il piccolo borghese) senza buonismi finti o atteggiamento moralistico. Un romanzo dallo stile quasi post moderno e dove tornano certi topos di Buzzati (per esempio l'attesa). Non il migliore Buzzati, ma vale la pena leggerlo
...ContinuaQuesto sì che si può definire come un romanzo che parla di un amore ossessivo, non come certi altri libri che avrebbero questa pretesa (Follia).
L'ossessione del protagonista è palpabile, esatta, un turbinio di pensieri che si susseguono quasi alla rinfusa, ma con una logica ossessiva perfetta.
Un bellissimo romanzo che meriterebbe 5 stelle, se non fosse per un dettaglio che mi è mancato.