E' sempre un gran piacere leggere Galimberti e il suo sguardo, pensiero sull'attualità. In questo suo ultimo testo, sono raccolte alcune lettere pubblicate nella rubrica "D" (l'inserto femminile di Repubblica) curata appunto da Galimberti. Lettere di giovani, a volte struggenti. Giovani alla ricerca di un senso, giovani a scuola, giovani di fronte alle domande ultime, giovani a cui vengono spezzate le ali. Galimberti dà la parola ai giovani e ci aiuta a scoprirne il loro mondo, le loro speranze e angosce. Non basta parlare dei giovani, ma è importante parlare con i giovani. Ed è questo che fa Galimberti rispondendo in forma epistolare ai giovani.
Praticamente la ripubblicazione di lettere e relative risposte in una rubrica su Donna moderna. Già le rubriche in stile Cuori infranti o Lo psicologo risponde non le digerisco, figuriamoci quelle sulle nuove generazioni vessate da una terribile calamità: la mancanza di motivazione.
Proprio non ce la posso fare a sopportare l'ennesimo epigone della didattica motivazionale. Se gli studenti non studiano -azione che andrebbe evidenziata in quanto sciagurato ossimoro- è colpa degli insegnanti che non li motivano abbastanza. Sostiene Galimberti (a pagina 20): "Quel che alla scuola serve, e che gli studenti che mi scrivono chiedono, sono insegnanti motivati e carismatici, perché si impara per fascinazione com'è nell'esperienza di tutti noi [...]". Sarà.
Però io chiedo, di grazia, perché mai un insegnante dovrebbe avere queste portentose (quando non taumaturgiche) qualità e non possa essere, santiddio, un lavoratore come tutti gli altri? A questo povero cristo viene richiesto di essere un fenomeno (pagato però come un metalmeccanico), il Ronaldo dell'insegnamento. Purtroppo c'è un limite fisiologico alla faccenda, che non tarderete ad indovinare: gli insegnanti in Italia sono stimati in settecentomila: possono esistere 700.000 Ronaldi?
Perché ci si aspetta che i professori siano dei novelli Robin Williams in tanti attimi fuggenti?
Motivazione, motivazione, motivazione... Serve la motivazione! Ricordo che io studiavo per molti motivi, nessuno dei quali proposto dai professori, non ultimo la bellezza della materia in sé. A scrivere un programma in C mica me l'ha insegnata qualcuno.
È troppo chiedere di studiare per imparare?