Poetry


Come dice la sua amica messicana, Polleke è "molta bella".
E' bella in tanti modi. E' vera, curiosa e naif come si può
essere soltanto prima di aver compiuto tredici anni.
E poi in questo libro, che per me è il migliore in cui lei saltella
tra le righe scritte da Kuijer ( ma leggiamo anche gli altri quattro per favore! ),
c'è la più grande lezione di religione di tutta la letteratura.
Se esistesse veramente il catechismo dovrebbero leggere questo passo:

"Ma io non credo in niente di niente" ho detto.
"Ah" ha fatto la nonna. "A Dio non importa, sai. Buon appetito."
All'inizio Spik è rimasto zitto. Mangiava la minestra e ogni tanto mi guardava.
"Polleke cerca di dire che se non sei credente non puoi neanche pregare" ha detto poi.
"Sì?" ha risposto la nonna guardandomi con aria indagatrice. "Lo pensi davvero, Polleke?"
"Sì" ho risposto.
"Se fossi in te non mi preoccuperei. Le piante pregano quando sono in fiore e gli uccelli quando cantano. E non perché credono in qualcosa."

Mar 8, 2016, 9:24 PM
Il migliore della serie

"Voi credete tutti in qualcosa. Io no. Sono una tipa stramba?"
[...] "Credi di poter amare le persone?"
[...] "Sì"
[...] "Credi che le persone possano amare te?"
[...] "Sì" ho detto
"Se credi nell'amore" ha concluso Spik "credi abbastanza"

Sep 27, 2016, 6:40 PM
Un racconto tenero, fresco, pulito

La protagonista è quanto di più lontano da pregiudizi, stereotipi e cliché si possa immaginare. Finalmente un libro per ragazzi che, pur parlando di morte e di spiritualità, contempla l'esistenza degli atei e la convivenza, l'amicizia, l'affetto (ma anche l'amore, perché no?) tra chi è credente e chi non lo è. Raccomandato ai preadolescenti.

Mar 1, 2020, 11:25 PM