Ava, Matt e la loro figlioletta Abi vivono la loro vita serenamente circondati da amici e vicini di una gentilezza quasi ultraterrena.
Una sera però accade uno spiacevole fatto: Ava si allontana per pochi minuti per rispondere q una telefonata lasciando sola la figlia. Al suo ritorno la porta è aperta e la bimba scomparsa.
Da quel giorno di lei, nonostante le estenuanti ricerche da parte della polizia, degli amici e dei vicini, di lei non si saprà più nulla.
Trascorre un anno e Ava vive ancora nel rimorso di aver lasciato la figlia da sola. Il marito Matt, nel tentativo di sollevata da quella terribile angoscia, decide di farla partecipare a una festa in casa dei suoi ricchi vicini per l'inaugurazione della loro nuova villa.
Durante la serata Ava si ritrova a vivere un fatto che le faranno comprendere una sconvolgente e orribile verita': i suoi vicini sembrano in qualche modo responsabili della scomparsa della sua bambina.
Quello che sembra a prima vista un thriller psicologico è in realtà il drammatico racconto di una dolorosa perdita e del modo in cui ognuno di noi reagiamo al dolore ma ciò che colpisce maggiormente è la morale che insegna questa triste storia, ossia di come l'uomo sia il più delle volte un'egoista, pur di non rovinare la sua immagine, soprattutto in certi ambienti, sarebbe disposto a compiere qualsiasi cosa, anche la più deplorevole e soprattutto che il più delle volte non è disposto a prendersi le sue responsabilità.
È un po' lento all'inizio ma poi dalla seconda metà si legge tutto d'un fiato grazie a uno stile coinvolgente.
Niente di eccezionale comunque, una buona lettura ma niente più.
Spesso acquisto i thriller a caso,senza badare troppo alla trama e devo dire che la maggior parte delle volte faccio una buona scelta.Purtroppo questo romanzo rientra nella categoria libro ciofeca,non sto nemmeno a descrive la trama tanto assurda e improbabile.
Passate oltre