Molti scrittori di gialli sono grandi scrittori, ma lo sono nel loro genere, cioè usano in maniera magistrale i canoni del loro genere magari aggiungendoci qualcosa in più. Mankell è un grande scrittore capace di aggiungere alla sua grande scrittura tonalità di giallo.

Naturalmente non è il solo ad aver avuto questa caratteristica, penso prima di tutto a Patricia Highsmith. Ma è comunque uno dei grandissimi. E proprio questo libro è un esempio incredibile di quello che voglio dire.
L'incendio di una casa nelle isola svedesi, la ricerca del colpevole e poi pian piano altre case che bruciano, tutto questo diventa solo lo spunto per parlare degli anni che passano, della vita che fugge, della solitudine che nelle piccole insenature degli arcipelaghi svedesi diventa ancora più potente, della difficile relazione che lega uomini e donne e ancor più genitori e figli, alla fine anche di temi oggi ancora più attuali, come il chiudersi di una comunità di fronte agli stranieri.
Mankell tratta tutto questo con un tempo perfetto, con uno stile pacato e dolente. Una scrittura straordinariamente avvolgente.
Il lettore ci mette poco a sospettare chi è il colpevole per le case incendiate. Ma non fa niente, anzi, quasi quasi meglio così, perché nulla deve allontanare dai veri temi di questo romanzo, che è altro e più di un thriller.
Bellissimo. Non pare nemmeno essere lungo 400 pagine, per la velocità con cui ci scorri sopra. 

Feb 5, 2023, 11:59 AM