"L'uomo comune non ha che i sogni, si quelli che fa dormendo che quelli che fa ad occhi aperti; ma il romanziere, oltre ai sogni, ha le invenzioni dei suoi romanzi. Come i sogni, queste invenzioni non sono quello che sembrano; e significano altro da quello che pretendono significare. Ora ci sono due specie di romanzieri: quelli che credono alle proprie invenzioni e quelli che non ci credono. Ai primi è consentito scrivere romanzi simili a rebus di cui, però, loro stessi ignorano la soluzione; i secondi posseggono invece la chiave di quello che scrivono e per questo sono in grado di rendere manifesto ciò che è nascosto." (p. 275)