La componente thriller mi è rimasta indifferente per tutta la durata del libro: di capire chi o che cosa stava mietendo vittime in un angolo sperduto della Polonia, proprio non mi interessava, mi è parso un dettaglio trascurabile. Al contrario mi interessava molto la protagonista Janina, la bella testa di questa anziana insegnante di inglese ritiratasi a vivere tra i boschi. Un personaggio complesso che sono stato contento di frequentare e che mi è dispiaciuto salutare voltando l’ultima pagina, ne ascoltavo le opinioni con vivo interesse.
Fuori posto in una società che considera corrotta e crudele, con un forte senso di empatia verso la natura e una visione esistenziale profondamente pessimistica, Janina è una ribelle silenziosa che critica l’ordine costituito ma allo stesso tempo sembra accettare, con un certo fatalismo, l’inevitabilità della sofferenza e della morte. Malata, testarda, errante. Mi è proprio piaciuta.
“Se osserviamo da vicino ogni frammento di istante, possiamo soffocare dal terrore. Nei nostri corpi avanza inarrestabile la decomposizione, in breve ci ammaleremo e moriremo. I nostri cari ci lasceranno, la loro memoria si disperderà nel chiasso; non resterà niente. Solo pochi vestiti nell’armadio e qualcuno in una foto, ormai irriconoscibile. I ricordi più preziosi svaniranno. Tutto piomberà nelle tenebre e scomparirà. Vidi su una panchina una ragazza incinta che leggeva il giornale, e all’improvviso pensai a quanto è beata l’incoscienza. Come si può sapere tutto questo e non abortire?”
Un libro al di fuori di qualsiasi definizione di genere. Un libro pieno di chiaroscuri. Un libro che ti penetra nelle ossa come il freddo che penetra nel villaggio di Janina; un libro fatto di crepuscoli e di ira: l’ira che si prova difronte all’ingiustizia che permea spesso l’umanità. Un libro sulla trama delle stelle e dei pianeti. Un libro quasi fisico, tangibile con squarci di un chiarore diffuso. Bello sorprendersi leggendo. “L’ira fa sì che la mente si faccia chiara e acuta : ci fa vedere di più. Si appropria delle altre emozioni e domina il corpo. Non c è dubbio che dall’ira discenda ogni saggezza, poiché l’Ira è in grado di oltrepassare ogni confine”.
Janina Duszejko ingegnere di ponti prima e dopo il Disturbo insegnante d'inglese, appassionata d'astrologia animali e William Blake:
" Ma la verità è che chi prova Ira e non agisce, diffonde il contagi. Così dice il nostro Blake "
E' una raccolta di William Blake, “Proverbi infernali” a dare il titolo al libro come gli esergo riportati all'inizio di ogni capitolo.
Janina è una sessantenne stravagante, almeno per chi gli sta attorno, dedita all'astronomia come un mezzo, un espediente per porre ordine nel caos dell'esistenza, il cui libro preferito si intitola : le Efemeridi dei pianeti,1920-2020.
" Dato che c'è un ordine nelle nascite, perchè non dovrebbe esserci un ordine nelle Morti? "
Indaga o meglio è interessata a scoprire o meglio a influenzare le cause di alcuni bracconieri e cacciatori trovati morti nei dintorni del villaggio; che siano gli animali a vendicarsi?
" Noi abbiamo una concezione del mondo, ma gli Animali hanno una percezione del mondo "
Trascorre le giornate d'inverno ispezionando nei giri la cittadina immersa in un Altopiano e discorrendo con alcuni Residenti e sognando e determinando le Influenze dei Pianeti e degli Astri sull'umana fauna del luogo.
Ma chi è Janine? Qual è il suo Disturbo? Si direbbe una emanazione, la partecipazione mistica in cui i confini con gli oggetti si fanno labili, e tutto pare rivolgersi a noi come se dovessimo soccorrerli. E quelle cose bisogna chiamarle per Nome, ma un nome che non sia Proprio, ma che richiami l'oggetto stesso, come a disinnescarne il pericolo, e il pericolo è l'individuazione a cui tutti siamo soggetti.
Noi ci raccontiamo storie, e in questo caso Fiabe.
Ho faticato, e non poco più volte sul punto di abbandonare la lettura. Le questione astrologiche mi lasciano alquanto indifferente e non ho provato alcuna simpatia o interesse nei confronti della protagonista. Ho saltato a piè dispari interi periodi di disquisizioni sulle case e i pianeti e gli ascendenti.
Non mi sono sentito in grado di apprezzarlo, e credo che una lettura che ci appassioni ci rende un tantino diversi alla fine, da come eravano all'inizio; qualcosa si insinua, fa breccia, sedimenta. Invece sono tale e quale. Mi riconoscono tutti, non notano nulla di diverso, gli oggetti che mi circondano non hanno nemmeno alzato un ciglio di perplessità, al loro intuito appaio palese.
Therapy's? - Animal Bones