“I poveri ragazzi americani sono sempre morti al posto dei ricchi ragazzi americani”

Il romanzo ricalca, a distanza di oltre trent’anni, “L’ultima corvé” i cui protagonisti vengono scovati dall’ex-prigioniero della Marina Meadows, per una nuova storia on the road. Mentre nel primo si parla del viaggio che accompagna un giovane Meadows a scontare la pena per il furto dei 40 dollari, permettendogli diverse deviazioni per trascorrere alcuni giorni indimenticabili, questo è il viaggio per la sepoltura del figlio di Meadows, morto in Iraq. Cosa è cambiato da allora? Mule è diventato un sacerdote, Billy ha comprato un bar e conservato i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi e Meadows, l’ingenuo, ha lavorato come magazziniere per la Marina, dopo aver scontato la pena assurda di otto anni. Siamo a due anni dall’undici settembre, nel momento della cattura di Saddam ed il dubbio che la guerra del Vietnam fosse sbagliata è sfociato, per molta parte della società americana, nella certezza che l’assurdo di quella guerra si sia appena ripetuto con l’invasione dell’Iraq alla ricerca delle “armi di distruzione di massa”, che questa nuova guerra non risolva nulla, ma contribuisca solo a fomentare ancora più odio e a peggiorare la situazione. Per la sua propaganda lo stato ha bisogno di eroi, per cui offre a Meadows la possibilità di seppellire il suo ragazzo nel cimitero di Arlington, ma in realtà la sua morte, dovuta ad una tragica fatalità, non ha nulla di eroico, oppure è eroica e inutile come tutte le altre di queste guerre sbagliate. Intorno a questo tema si sviluppa un romanzo sull’amicizia, forse un po’ retorico, ma bello e sentito, a chiudere un ciclo contro la guerra e contro l’inganno subito da chi vi è caduto.

Mar 10, 2021, 3:40 PM