... perché l'ho letto poco dopo "Niente di vero" di Veronica Raimo, che almeno, pur essendo una sfrontata autobiografia, almeno aveva un po' di umorismo. Questo mi è sembrato solo un diario personale, ben scritto forse, ma sempre da ascrivere alla lista dei libri in cui l'autore parla solo di sé. Mi è mancata una trama, una storia. Quindi l'ho abbandonato. Carina l'idea che dà lo spunto per la narrazione, ovvero l'episodio del pezzettino di cibo masticato e sputato sulle labbra della protagonista che, automaticamente e inconsapevolmente, lo ingoia.