E’ un libro particolare per me questo. Da un lato uno scrittore ( nonché musicista e attivista) che amo molto e dall’altra uno dei cantautori che più ho amato e segnato nella mia crescita sia politica che culturale.
Un Libro che colma un vuoto. Un vuoto dovuto al gap generazionale. Cominciai ad ascoltare Lolli agli inizi di questo millennio. Quindi l’immagine che ho io di Lolli è si l’immagine di un cantautore che canta gli “ ultimi”, ma immagine limitata, necessariamente “triste”.
La Biografia di Rovelli restituisce invece l’uomo Lolli a tutto tondo. Uomo amante della vita , immerso nel suo tempo e nei suo eventi. Uomo di profonde amicizie e amori. Non soltanto un semplice cantante.
“ Sono insegnante delle superiori” amava dire di lui.
Rovelli riesce a farlo rivivere Lolli, quasi a renderlo eterno. Mentre leggevo le pagine del libro , riuscivo quasi a vedere Lolli in movimento che sorride , che imbraccia la sua chitarra, che beve il suo bicchiere di vino nelle Osterie bolognesi. Una scrittura in movimento , da macchina da presa.
Una biografia curiosa. Particolare. Una biografia del sentire e dei sentimenti. Una biografia a più voci.
Amici , studenti , colleghi. Ma a parlare di Lolli , nel libri sono anche i personaggi delle sue canzoni che in prima persona parlano e sputano vita, amore a volte rabbia.
E poi fotografie e diari e copertine di dischi che si impossessano di un Io narrante e si prendono la scena.
Ed in merito a Libri che rimandano ad altri libri ho apprezzato anche il racconto storico. Persone e storie immerse negli anni settanta quasi alla stregua di UFO 78 dei Wu Ming, letto poco tempo fa.
Facile per me amare questa autobiografia, viste le premesse. Però lo consiglio.
Chi ama Claudio Lolli non può che avvicinarsi con circospezione a un libro che parla di lui perché sa bene quanto possa essere difficile bilanciare, da un lato, la forza espressiva della sua arte (spesso etichettata come “triste”, ma in realtà molto giocosa), la sua tensione al sociale e, dall’altro, l'intima sobrietà e la dolcezza schiva.
Sono timori da accantonare. Il libro di Marco Rovelli è capace di restituire con pienezza questi caratteri apparentemente divergenti, senza mai tradirli, e preservandoli li fortifica: non solo raccontando gli anni dei concerti, ma forse soprattutto quando dà conto con emozione dei lati meno conosciuti di Lolli, per esempio raccontando quel (quasi) "altrui mestiere" dell'insegnamento e il conseguente rapporto con i suoi studenti. Un lavoro davvero prezioso (o “timido e ambizioso”).