Essere un piolo tondo in un buco quadrato

Il libretto che ho appena concluso di leggere, non è prettamente un saggio, nè un'autobiografia, nè tanto meno un libro di autoaiuto, ma forse è una miscellanea di tutti e tre?
Definito, dalla stessa autrice, diverse volte attraverso i capitoli, come un pamphlet: un libello critico, acido e soprattutto satirico, sulla società moderna, sulla sua propensione all'annullamento della natura, sull'eliminazione del dolore, in quanto male della società, una critica feroce al capitalismo tecnologico e soprattutto sull'autodeterminazione. Che poi, cosa vorremmo intendere con autodeterminazione? Il fatto di essere al mondo non è già un dato di fatto sulla nostra vita? Oppure dovremmo sempre più ricercare di migliorarci? Ma poi per fare cosa? Per risultare più piacevoli, più determinati, più competitivi e via discorrendo? Perchè vogliamo a tutti i costi togliere l'errore dalla natura umana, come cerchiamo di fare coi nostri computer (senza riuscirci, fortunatamente)? O anzi, forse è un'impresa impossibile? Ma alla fine per raggiungere cosa, chi e perchè?
Ecco, in questo libello, molto anarchico e sfacciatamente punk, l'autrice blatera a destra e a manca su questi quesiti, quale sarà la soluzione e più semplicemente, esisterà mai una o ancora meglio, più soluzioni all'arcano?
Attraverso capitoli che sono identificati come dei modi di fare, l'autrice esamina, con riferimenti letterari e filmografici, il dissesto alla base della società della prestazione e dell'apparire.
Il capitolo che più mi ha sorpreso, sia in positivo che in negativo, è quello definito: Bere. La dissertazione, anzi direi la chiacchierata alcolica, in esso è palesemente e pateticamente autobiografica, eppure, nel suo essere claudicante, perchè la lettura di questo capitolo mi ha fatto storcere il naso diverse volte, l'autrice, di propria iniziativa o ancora meglio, in modo totalmente ingenuo, risulta essere l'esempio più lampante e commovente dell'essere umano, con i suoi sbagli, i suoi errori, i suoi sentimenti, le sue contraddizioni ecc...

Dicevano che ero pazzo, e io dicevo che erano pazzi loro, e accidenti a loro mi hanno battuto ai voti.

https://www.youtube.com/watch?v=KB7yXe0-ZC8

Feb 4, 2023, 3:52 PM

Saggio breve, accessibile e decisamente critico sulla nostra società che sempre più spesso molti stanno definendo come la "società della performance". Marian Donner, giornalista e scrittrice olandese, mostra come oggi molti aspetti della nostra vita (amore, lavoro, economia, salute, tecnologia) siano impregnati di questa costante pretesa di efficienza e miglioramento, ormai quasi introiettata che distorce relazioni, corpi e identità e lancia una provocazione per riappropriarsi della propria vita e libertà: siate sbagliati, fino all'autodistruzione.

Apr 25, 2021, 9:58 PM

Per un momento stavo assegnare a questo libro la etichetta anobiana “self help”. Scelta che avrebbe profondamente irritato quel peperino che dev’essere la olandese Donner. In fin dei conti è un testo di effettivo aiuto per chi soffre per la propria imperfezione, la inadeguatezza a questo mondo e la fallacia. Ma non avrei mai avuto la sfrontatezza di urtare una persona che cita Aldous Huxley insieme a Buffy l’Ammazzavampiri, Jean Paul Sartre (*) e Lauryn Hill, Marshall McLuhan e Tenacious D, anche considerato che “tutti dovrebbero imparare a destreggiarsi tra la ragione è l’offuscamento”. E particolarmente non potrei mancare di riguardo a chi basa un capitolo su uno dei miei libri preferiti, cioè “Down & Out in Paris and London”.

(*) “Mi piace avere idee confuse, vagamente curiose, che poi si dissolvono nel nulla”

Oct 5, 2020, 5:54 AM