Il racconto più popolare di Melville, che io conoscevo solo per Moby Dick (che nemmeno ho letto), ha per protagonista non Bartleby ma il suo datore di lavoro, voce narrante e titolare di uno studio legale a Wall Street. Bartleby viene assunto come copista e svolge bene il suo lavoro, rifiutandosi però di eseguire qualsiasi altra mansione o piccolo favore richiesto dal suo principale il quale, in un crescendo di irritazione ed esasperazione, piuttosto che licenziarlo cerca in tutti i modi di trovare una spiegazione a quell’assurdo comportamento e un modo per raggiungere un punto d’incontro. Ma Bartleby, che il capo scoprirà non avere né amici né svaghi né una casa (e infatti vive segretamente nello studio), inizia pure a rifiutarsi di lavorare utilizzando sempre la medesima e ormai nota risposta “preferirei di no“. La storia si evolve in maniera triste e quasi drammatica, nonostante i toni pacati della scrittura di Melville: Bartleby fino all’ultimo continuerà a “preferire di non fare” ciò che gli viene chiesto, perfino di mangiare. Fuori dalle pagine, il suo personaggio è diventato oggetto di studio per via dei molteplici temi sociali e significati legati al suo atteggiamento. Tra l’altro il libro mi è stato regalato da una persona cara che mi ha collegato proprio a Bartleby, nonostante io mangi tutto ciò che mi viene offerto, tipo i cani. Col senno di poi, lo prendo come un complimento. Il volume contiene altri quattro racconti, di cui almeno due piuttosto interessanti e un’appendice sulla vita di Melville. Edizione molto curata che, insieme a tutto il resto, ne ha fatto davvero una piacevole lettura.
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topperharley.com/non-recensioni

Jan 15, 2024, 5:51 PM
A.
Pagina 83 [Da "Io e il mio camino"]

Io e il mio camino, due vecchi fumatori dal capo grigio, risiediamo in campagna.

Sep 18, 2019, 12:35 PM

Herman Melville, il grande suicidato del panorama letterario di fine Ottocento. L'uomo che di fronte alle pesanti critiche rivolte ai suoi romanzi e racconti ha preferito allontanarsi dalla mondanità e trascorrere gli ultimi anni della propria vita in completa solitudine.
Un uomo, uno scrittore, che più di altri ha però saputo dipingere una società sull'orlo del cambiamento e rendere giustizia alle paure e alle insicurezze umane.

In questo volume sono raccolti cinque racconti - probabilmente tra i più famosi e significativi della produzione di questo incredibile scrittore - che riescono a suggerire bene un'idea dello stile e delle tematiche che più frequentemente ritroviamo tra le pagine di Melville.

In "Bartleby lo scrivano" attraverso tinte grottesche e assurde individuiamo l'alienazione, la volontà di disobbedienza alle pressioni della società e del progresso e - in ultima analisi - un'intima necessità di elusione del reale espressa magistralmente nella caratterizzazione di uno scrivano abulico, insofferente fino all'irritazione che - in nome del proprio personalissimo diritto all'ozio - rifiuta di accogliere qualsiasi richiesta gli venga fatta, imponendosi come figura enigmatica capace di mettere pesantemente in discussione il perbenismo borghese delle persone che lo circondano.

Gli altri racconti presentano caratteristiche simili con l'aggiunta di importanti riflessioni circa il successo mancato (situazione che come abbiamo detto Melville ha sperimentato in prima persona) e in alcuni casi di una smaccata ironia volta a ridicolizzare il ruolo delle ghost story dell'epoca nonché ovviamente la rigidità di pensiero e le ipocrisie di molti bravi citradini.

Un autore quindi assolutamente da riscoprire perché in realtà molte tematiche da lui affrontate risultano terribilmente attuali.

Dec 18, 2022, 8:51 AM