Un romanzo molto interessante a cui il titolo non fa giustizia, etichettandolo a prima vista come una storia romantica di amori e corteggiamenti; così non è, perché le vicende della scelta del “ragazzo giusto” per Lata Mehra da parte della madre occupano una minima parte delle vicende narrate in queste 1600 pagine. Il libro merita quasi quattro stelle perché la sua pecca principale consiste proprio nella mole; non è un libro noioso, anzi la scrittura di Seth è scorrevole e sempre azzeccata, con un giusto equilibrio tra dialoghi e brani descrittivi. Ci sono però molte parti sovrabbondanti, che avrebbero potuto essere riassunte più brevemente senza togliere nulla né agli intrecci né allo sfondo storico e sociale. È sicuramente quest’ultimo uno dei principali interessi dello scrittore, e forse è il più riuscito; descrivere l’India all’indomani della Partizione del 1947 (indipendenza dalla Gran Bretagna e creazione del Pakistan voluto dalla Lega Musulmana) con tutti i suoi conflitti e le sue contraddizioni. Le vicende narrate nel romanzo si snodano tra il 1951 e il 1952, iniziano con il matrimonio tra Savita (sorella di Lata) e Pram Kapoor e si concluderanno, ovviamente, con il matrimonio di Lata stessa con il “ragazzo giusto”. In mezzo alle due feste nuziali, con le loro tradizioni tipiche indù, ci sono mille intrecci e una varietà di personaggi talmente consistente che Seth ha sentito la necessità di premettere al libro gli alberi genealogici delle quattro principali famiglie protagoniste, i Mehra, i Chatterji, i Kapoor e i Khan, questi ultimi di religione musulmana. La grande quantità di personaggi non deve spaventare, anzi è il plusvalore del libro, perché l’autore fa di ognuno di essi un’immagine a tutto tondo, mai banale, sempre efficace ed essenziale per la comprensione di uno spaccato di società estremamente frammentata com’è notoriamente quella indiana, tra religioni (indù, musulmani, sikh, tutte in conflitto tra loro), caste (anche se abolite dalla legge, molto sentite dal popolo), legami con gli inglesi e desiderio di evoluzione. In maniera delicata, realistica ma anche con tanto carattere, Vikram Seth racconta mille vicende, nascite di bambini, tradimenti, lotte elettorali, incontri letterari e diatribe professionali, lettere d’amore e non, poesie, stravaganze e tradizioni, religiosità e trasgressione, senza prendere la parte di nessuno; per chi ama la cultura indiana è un prezioso scrigno di storie, usanze, riti (corposissimo e molto interessante il glossario di termini indù e islamici che si trova in coda al romanzo), e chiudendo il libro si ha la sensazione di aver imparato davvero moltissimo sull’India; un paese apparentemente retrogrado che però è stato governato da una donna (Indira Gandhi) fin dal 1966, con enorme precocità rispetto a tanti stati occidentali, un paese che ha saputo rimboccarsi le maniche e diventare in pochi decenni la potenza economica mondiale che è adesso (soprattutto nel campo informatico e ingegneristico).
Senza svelare nulla della trama, due parole sul finale, in cui sembra quasi che Lata non faccia la scelta “giusta” tra i suoi corteggiatori, ma che quasi, in un eccesso di razionalità e sottomissione alla tradizione, faccia la scelta apparentemente più conveniente, quella che a chi legge sembra forse la più sbagliata. E dato che Vikram Seth ha annunciato l’uscita di “A suitable girl” per il 2013, sarà interessante vedere un’ormai anziana Lata Mehra alle prese con la ricerca di una ragazza adatta per il proprio nipote, in un’India ormai contemporanea e con problemi senz’altro diversi da quelli del periodo del Pandit Jawaharlal Nehru. Chissà che ne sarà stato della sua vita, e se davvero il suo prescelto si sarà rivelato “il ragazzo giusto”.

Nov 29, 2009, 10:18 AM

Me-ra-vi-glio-so. Jane Austen indiana.
Si intrecciano induismo e islamismo, piccola borghesia indiana e conciatori, personaggi grandiosi, meschini, patetici, divertenti ma tutti amati allo stesso modo. E' un inno all'umanezza, intesa come imperfezione. Non ci sono eroi ma ci sono nasi rossi, scarpe mal accostate, amori passionali e combinati. Fa da sfondo Nehru e il suffragio universale.
La presidente del Vikram Seth Fan Club

Mar 5, 2008, 11:38 PM

Questo libro vanta, nella mia personale classifica, una quantità di primati:
- il mio primo romanzo di ambientazione indiana
- il mio primo romanzo-fiume (escludendo i classici)
- (ovviamente) il primo Vikram Seth
- l'ultimo libro che ho prestato senza essere sicura al cento per cento della restituzione - l'amica è sparita - capita - e il libro con lei.

Mi è toccato ricomprarmelo - in inglese stavolta - e sta già nello scaffale delle letture estive.

Grandioso, commovente, tenero affresco di un paese perennemente in equilibrio precario tra modernità e tradizione, dice il cliché. Come dire: un paese che si tiene aggrappato con le unghie e con i denti - ma con il sorriso sulle labbra e una canzone nel cuore - alle sue radici, alla faccia della globalizzazione.

Apr 25, 2008, 10:36 AM