Un conversare tranquillo

Una tranquilla conversazione quella tra Antonio Tabucchi e Luca Cherici, uno studioso del rapporto tra psicoanalisi e letteratura. Con umiltà e lucidità profonda Tabucchi risponde alle domande penetranti del suo interlocutore, ripercorre l'origine dei suoi scritti e si capisce che la scrittura per lui (ma sembra dire per tutti), così come la lettura, è una necessità, una necessità per la vita. La vita è scrittura di sé o di sé attraverso il racconto di altri sé e di altre vite. Dove nascono i personaggi, in quale mondo reale si manifestano le visioni profonde nascoste in un luogo oscuro del nostro animo e dove riemergono le illusioni e le idee che producono un'opera di scrittura? Tabucchi risponde parafrasando una poesia di Pessoa che paragona la vita alla scrittura con l'immagine di un giardino dove chi vi passa vicino può ammirare i fiori coltivati con cura, ma attraverso il cancello inferriato o il muretto di recinzione non può spingere lo sguardo in un luogo appartato e recondito, suggerendo allo scrittore Ma dove stai tu e dove non arriva lo sguardo di nessuno lascia che i fiori crescano spontaneamente insieme alle erbe selvatiche....e che nessuno che guardi possa sapere...chi tu sei, se non un giardino...riservato dal quale spunta il fiore della terra e un'erba così povera che neanche tu riesci a vederla". Dunque la scrittura racchiude un mistero e, mentre descrive la vita, allo stesso tempo se ne allontana o la trasforma come nei sogni, come un'immagine di sé stessi allo specchio. E se si vuole saperne di più è come voler guardare il rovescio dell'arazzo appeso al muro, per carpire il segreto della figura che vi è rappresentata. " Quello che mi interessava non era guardare le figure dell'arazzo, ma tutti i nodi e i fili che stanno dietro al tappeto; perché quando rovesci un tappeto capisci tutta la tessitura che costituisce le figure dell'arazzo....... Ma, continua il retro dell'arazzo è fatto di fili talmente intricati da costituire un labirinto. Andare dentro la realtà per darle un senso, questo vuol dire guardare dietro l'arazzo. Ma poi quando abbiamo visto il rovescio si capisce che non spiega nulla, anzi è vero il contrario, è meglio guardare in faccia la realtà, il diritto della figura. Tanto il rovescio non si capisce. Un altro passo molto toccante è quello dedicato alla violenza della società moderna raccontata nel romanzo La testa perduta di Damasceno Monteiro, un romanzo "civile" che "mette al centro della narrazione i temi della marginalità sociale, dei diritti umani, degli abusi polizieschi....". Dice Tabucchi è un romanzo intorno alla violenza sul corpo, fatta col corpo. Perché si parla sempre di anima, ma poi esiste il corpo.....è un romanzo sulla violenza... esercitata sul corpo. Gratuitamente. E selvaggiamente. Nella nostra società moderna. E comunque l'argomento della marginalità e della violenza e della tortura e dei diritti sul proprio corpo, va trattato con molta cautela, sostiene Tabucchi , specie in tempi come questi in cui certe religioni monoteiste come l'Islam fondamentalista o la Chiesa vaticana dettano regole sul corpo della persona in base a una morale appartenente alla loro religione.
Insomma un piccolo denso libro/intervista, un profilo filosofico in fondo completato da due brevi ritratti dello scrittore. Un libro che fa meditare sulla scrittura come necessità perché Scrivere fa sempre bene e aiuta a chiarirsi le idee su sé stessi e sul mondo, o almeno aiuta nel tentativo di farlo consapevolmente.

Nov 20, 2015, 12:55 PM

Letto senza conoscere realmente Tabucchi e senza averne mai letto, prende le tre stelle perché, alla fine, fa venire voglia di leggerne. E' un'opera piccolissima, poche parole distribuite sulla produzione dell'autore, ma è anche vero che molto spesso le poche cose che vengono dette sanno essere illuminanti o aprono porte che ti fanno venire voglia di trovare altre cose.
Questo vale la lettura.

Jan 8, 2017, 11:22 AM
Un grande scrittore parla della propria opera

Tabucchi è stato anche uno straordinario affabulatore e un impareggiabile conversatore che non si sottraeva alle domande dei suoi lettori interlocutori. Qui ne dà una bella prova.

Jul 12, 2017, 11:23 AM