Una finestra privilegiata attraverso la quale osservare l’operato di Mondrian e del gruppo De Stijl è stata offerta dalla recente mostra intitolata Dalla figurazione all’astrazione e allestita al MUDEC di Milano. Realizzata in collaborazione con il Kunstmuseum Den Haag e ideata da Benno Tempel, consentiva di comprenderne la produzione grazie a un lavoro contestuale raffinato ed efficace: si partiva da una sezione dedicata alla Scuola dell’Aia, poi si offrivano al visitatore le opere di Mondrian prima e dopo il 1908 – crinale in cui l’artista si avvicina alla teosofia e abbandona progressivamente il paesaggio naturalistico – per poi finire con il Design De Stijl (il cui nome più noto è, almeno al momento, Gerrit Rietveld). Strumento utilissimo in questo viaggio è il catalogo della mostra, che, oltre a riprodurre le opere esposte a Milano, si apre e si chiude con i saggi rispettivamente di Tempel e di Domitilla Dardi.
Per chi ancora non fosse soddisfatto, c’è la pubblicazione a carattere critico-biografico di Elena Pontiggia.
https://www.artribune.com/editoria/2022/06/3-libri-piet-mondrian/