Bisognerebbe leggere Gianni Rodari alla Camera dei deputati e al Senato, nelle stazioni, una favoletta prima del lavoro, nelle metropolitane forse in una piazza di sera, per insegnarci cos’è la libertà.
Marco Missiroli.
Favole al telefono è stato dato alla stampa per la prima volta da Einaudi nel 1962 e rieditato molte volte, con centinaia di migliaia di copie stampate in Italia, moltissime traduzioni in lingua straniera, che ancora oggi dopo quasi 60 anni esercita il suo fascino e risulta estremamente attuale.
Un classico della letteratura per bambini e ragazzi, raccoglie 70 favole ironiche, spiritose, divertenti e fantasiose.
Sono favole indimenticabili, con cui sono cresciute tanti generazioni di bambini, animate da personaggi stravaganti e fantasiosi, impressi nella memoria come Giovannino Perdigiorno, imprevedibile viaggiatore e Alice Cascherina, piccolissima e che cade sempre dappertutto. Con paesaggi fantastici e golosi come ne Il palazzo di gelato, ricche di giochi di parole, controsensi e parole inventate, come in A inventare i numeri, o Brif Bruf Braf.
Mai banali: il risvolto comico che strappa un sorriso è sempre accompagnato ad una lettura più profonda da un messaggio serio, come solo Rodari sapeva fare e rivela il suo profondo impegno sociale. Osservando puntualmente la realtà sociale, ma sempre con freschezza, ironia ed eleganza, per portare il lettore a sorridere, ma nel contempo a riflettere.
Se c’è una persona a cui avrei fatto vedere “Il favoloso mondo di Amelie”, certa che sarebbe entrata pienamente nello spirito giusto, quella è proprio Gianni Rodari.
Potrei metterci la mano sul fuoco, che se in casa sua avesse ritrovato una scatola di vecchi ricordi nascosta dietro una piastrella del bagno, avrebbe fatto la stessa cosa di Amelie. Ma prima di riconsegnarla dopo lunga ricerca al proprietario, probabilmente l’avrebbe trasformata in una favola da raccontare a un bambino.
Oh Gianni! Sei stato la colonna sonora della mia infanzia. E quando sognavo le tue storie non sapevo neanche chi fossi. Crescendo non ti ho dimenticato, e adesso che ho anni di gavetta alle spalle, a volte riesco a riconoscere le persone che come me son diventate adulte tenendo per mano il bambino che è nascosto dentro di noi.
( Coloro che volessero prestarmi un bambino per insegnargli l’unica tabellina del tre che vanta numerosi tentativi d’imitazioni, peraltro senza successo, sono pregati di rivolgersi al mio cane tutto-fare. Lo potete trovare all’angolo di ogni tabacchino che vende biglietti per l’Osso-bus. Aut min rich, scade il 31/12/9999, può avere effetti collaterabilianti, non somministrare sopra i 300 anni, può provocare diarrembaggio.)
Intanto nella vita reale: scarico così tanta musica e film al giorno che utorrent dovrebbe spedirmi uno stipendio mensile, più approviggionamenti costanti di popcorn, sigarette, e bibite d’ogni genere.
Forse, il mio primo vero libro, letto a 6 anni, a letto malata per imparare a leggere e, forse, ad amare i libri, indimenticabile, meraviglioso, per divertirsi e farsi affascinare dai suoi giochi mentali e letterali, quindi a mio avviso per bambini e anche, forse soprattutto, adulti che si son dimenticati di esser stati bambini