Questa è invece una brutta storia, di quelle tra le peggiori in assoluto, una delle piaghe più difficili da combattere ancora oggi. La storia è quella di Iqbal Masih, ed è una storia vera; la piaga è quella del lavoro minorile, che in determinati casi si trasforma in vera e propria schiavitù.
Iqbal era un ragazzino pachistano che, come succede in molte parti del mondo, nei paesi economicamente svantaggiati, viene ceduto a un mercante per saldare un debito che comunque non si ripianerà mai, lo stesso destino è condiviso da altre migliaia di bambini; lui però si ribellerà a questo stato di cose e cercherà di far capire anche ai compagni che quella non è la normalità e che le cose si possono cambiare.
Prima di essere fermato, Iqbal, contribuirà alla liberazione di molti schiavi bambini ma soprattutto con la sua ribellione formerà una coscienza che darà qualche speranza anche a molti altri.
Interessante alla fine un mini saggio che riporta un po’ di cifre sugli stati nel mondo dove è più impiegato il lavoro minorile, informazioni comunque da approfondire, ma anche senza approfondire troppo quello che desta più sconcerto sono i dati che riguardano gli stati occidentali dove il lavoro minorile è un fenomeno tutt’altro che debellato.
Non ci sono conclusioni a effetto da fare, più che altro c’è da lottare e dare sostegno alle organizzazioni che si occupano di denunciare e arginare questa piaga immonda presente anche nel nostro paese.
E' la storia vera di Iqbal, raccontata con elementi reali e inventati da un autore italiano.
E' una storia coinvolgente che permette di entrare in modo semplice e efficace nel mondo dello sfruttamento minorile.
E' un libro di denuncia della schiavitù dei tempi moderni che ci coinvolge come consumatori.
E' un libro in difesa della memoria di Iqbal, che ha sacrificato la vita per la sua causa.