Come gli Oreo farciti con il burro di noccioline: roba per appassionati.

Ammiro e seguo le telecronache di Flavio Tranquillo da più di 20 anni, da quando mi capitò di ascoltare estasiato un suo commento ad un incontro di football americano fra Rams e Vikings; il suo modo di raccontare gli eventi in campo, il pathos che palpitava nella sua voce, mi rapì completamente, conquistandomi. Tanto più che, fino a quel momento, ero stato abituato alle sole telecronache calcistiche di stampo Rai: monotone, piatte, spumeggianti quanto dell'acqua sgasata. Fu però grazie ai commenti delle partite NBA assieme al grandissimo Federico Buffa che ho posto il buon Flavio fra i miei punti di riferimento umani contemporanei. Oggi, per me, ascoltare di basket senza la sua voce è qualcosa di incompleto, di manchevole.
Flavio Tranquillo, oltre ad essere un grande amante della pallacanestro, ne è un profondo conoscitore avendo speso gran parte della sua vita dietro ad essa in vari ruoli: allenatore, arbitro, commentatore televisivo.
In questo libro racconta appunto la sua vita di/con/per il basket.
Parla di giocatori, di allenatori, di realtà sportive e societarie, di tv e passione, di tifo e di sport: di come dovrebbe essere e di come(purtroppo)è. Parla molto di se stesso, come è inevitabile che sia, parla di uomini e mezzi uomini.
Certi passaggi di questa sorta di autobiografia legata alla pallacanestro che è §Altro giro Altro Regalo Altro Canestro§ sono per iniziati; altri sono divulgativi; alcuni sono rapsodici e pieni di voglia di dire; altri sono racconti di vita o aneddoti.
Lo consiglio a chi ama il basket e ammira l'autore. Ma anche a chi ama il basket e Flavio Tranquillo lo ritiene antipatico. Gli altri possono anche lasciar perdere, secondo me.

«Eravamo pronti a cominciare, ma ci mancavano le porte. Chiesi perciò a Mr.Stubbins, il sovraintendente dell'edificio, se avesse un paio di scatole attorno ai 18 pollici quadrati. “No.” mi disse, “Ma ho un paio di cestini per le pesche.”»(pag. 22 – citando J. Naismith)

«Quante volte avete sentito un padre dire: “Io non capisco alcunché di basket, ma mio figlio deve giocare di più!”»(pag.82)

«Il linguaggio delle telecronache è un forzoso compromesso tra quello ultracriptico e quello iper-pedissequo.»(pag.186)

«Quando avrò bisogno di un trapianto di cervello chiederò quello di un giornalista sportivo, perché so che non è mai stato usato. - Bobby Knight, mitico allenatore di Indiana University»(pag.135)

Mar 15, 2015, 4:09 PM

Partirò da un presupposto certamente non errato: se siete appassionati cultori del Gioco con la palla a spicchi, non avrò alcun bisogno di convincervi che “Altro tiro altro giro altro regalo”, edito da Baldini & Castoldi, è un libro che dovete acquistare. Sono più che sufficienti il nome e il cognome dell’autore: Flavio Tranquillo. Se siete della mia generazione, c’è una buona probabilità che abbiate iniziato ad amare il basket con le sue telecronache, con i memorabili duetti con Flavio Buffa, ed è quasi certo che almeno una volta, dopo aver segnato canestro subendo fallo, abbiate inneggiato alla possibilità di andare in lunetta per il “tiro libero sup-ple-men-ta-reee”. Flavio è uno che ti fa entrare sul parquet mentre sei sul divano, che ti fa saltare come una molla durante un terzo tempo, che ti fa innalzare i peli sulle braccia mentre canta Ginobili che va fino al ferro. Punto.

Ma “Altro tiro altro giro altro regalo” è molto più di una raccolta aneddotica, molto di più di una biografia, molto di più della storia di un amore. Leggendolo, pur conscio che di argomenti (molto) diversi si trattasse, non potevano che riecheggiare nella mia mente le pagine de “I dieci passi. Piccolo breviario sulla legalità”, scritto da Flavio Tranquillo con il magistrato Mario Conte. C’è un elemento comune fra i due testi, naturalmente diversi sotto molti altri punti di vista: sono libri che ho trovato potentemente educativi, e proverò a spiegarvi perché.

Che l’autore ci racconti di giocatori, arbitri o allenatori, rimane chiarissima la bussola che accompagna ragionamenti e ricordi: se non fosse un termine abusato la definirei Etica, intesa nel senso più nobile e completo del termine. Il basket diventa quasi una semplice – e meravigliosa – occasione per ragionare di vita e giudizio: essere in grado di non cedere al puro complottismo, essere educati ad una visione del campo (e degli spalti) che non preveda nemici ma avversari, comprendere le difficoltà di chi deve decidere con un fischietto in bocca o la lavagnetta tra le mani, avere la capacità di guardare, studiare, imparare. Prendete il tutto, impacchettatelo e trasportatelo nella vita di tutti i giorni, in ufficio, a casa, in una discussione con gli amici: ne intravedete il fortissimo contenuto educativo?

Dopo aver terminato la lettura in una sorta di apnea, mi sono reso conto di aver pensato che mi piacerebbe vedere questo libro tra le mani di un giovano tifoso, magari con sciarpa rossoalabardata al collo mentre si reca al PalaTrieste (a proposito, grande campionato muli!). Ma mi piacerebbe ancora di più vederlo sotto le pupille di un ragazzo qualunque, zaino in spalla e scuola all’orizzonte, augurandomi che alcuni di quei messaggi arrivino a destinazione.

- pubblicata su http://www.masedomani.com/2014/11/25/altro-tiro-altro-giro-altro-regalo-di-flavio-tranquillo-il-basket-la-vita/ -

Nov 25, 2014, 12:11 PM

Una pazzesca dichiarazione d'amore verso il basket, esposta con precisione puntualità come in ogni sua telecronaca.
Per me, uno dei libri più belli del 2014

Dec 3, 2014, 4:56 PM