Prendo a prestito le parole introduttive di Laura Pariani: Benedetta dunque la levatrice di Sara Catella, che si toglie il lucchetto e parla per più di due settimane a un prete che, dopo aver passato la vita a tuonare dal pulpito paroloni di dottrina, non ha più voce.
 
Evvài, Caterina Capra, cantagliele tutte! (p. 10)
 
E Caterina gliele canta, eccome se gliele canta. Tanto che qualche giorno prima che il prete tiri le cuoia, gli mette lì una specie di sintesi: Don Antonio, nemmeno voi, la Chiesa, ul Signor che mi guarda sofferente da quei muri. Non c’è consolazione per nessuno se nessuno inizia a essere più soave. A rompere il circolo di sofferenze. E lei, mi spiace dirlo, lei che è un sacerdote, non ci è riuscito nemmeno lei a darci consolazione. Forse ci ha mitigato quel poco. Né lei né quelli che sono venuti prima o che verranno dopo di lei. Voi non ci capite. La gente comune vi teme. Godete di troppi privilegi e la sofferenza non vi sporca mai, quella pelle bianca e liscia. Sono solo una peccatrice, lo so, ma non posso più far cito, adèss siete voi a tacere e io a parlare. (p. 53)

Oct 17, 2022, 2:22 PM