una raccolta piuttosto varia. Tanto per le ambientazioni, gli stili e il ritmo narrativo, quanto nell’impressione personale. Questa sua varietà credo sia, nello stesso tempo, il pregio e il difetto del libro.
Da una parte ci sono dei gran bei racconti: Clissold Park, Una cosa bella per Clara, Elia il genio, Gabrile ha gli occhi impauriti, Da quella volta. Dall’altra racconti che sembrano incompiuti (Rodoviaria, Settantaduesima) o proprio non mi sono piaciuti (Settantaduesima, Sei rose gialle).