Non conoscevo, nemmeno nel titolo, questo romanzo della famosissima autrice di “Pippi Calzelunghe”, ma è arrivato nella mia scuola grazie alla benemerita iniziativa editoriale “Io leggo perché” grazie a cui vengono rimpinguate le biblioteche scolastiche. L’ho letto perché trovo molto interessante conoscere la letteratura per l’infanzia in modo da poter consigliare i miei piccoli lettori, ma anche perché sono sempre alla ricerca di libri da leggere ad alta voce in classe. Questo romanzo si inserisce nel filone dei libri che raccontano in modo quasi episodico le avventure di bambini che combinano ogni sorta di marachelle. Lo potremmo appaiare a romanzi come “Lotta combina guai” o “Emil”. Le bricconate di Martina non sono particolarmente divertenti, ma scaturiscono sempre da buone intenzioni che poi si trasformano in eventi disastrosi, ma mai irreparabili, ed anzi degni di una riflessione positiva. Gli esiti finali dei guai di Martina possono trasformarsi in un insegnamento, ma senza diventare didascalici e pesanti. La scrittura della Lindgren , è indubbiamente di altissima qualità ed ha il merito di avere sempre un che di commuovente. Gustosi i riferimenti ad un epoca passata che possono suscitare perplessità e curiosità nei bambini moderni: niente TV, niente cellulari, niente lavatrici…..