Il fascino del proibito

Ad un certo punto del racconto la protagonista, Carmilla, esclama: immaginare certe cose impaurisce come vederle: io credo che la fantasia sia brutta come la realtà.
Dalla bocca della protagonista escono le parole che confermano e definiscono una sensazione che il lettore ha avvertito già da prima, quasi da subito.
Carmilla, prototipo dei vampiri romantici, non rappresenta la classica ed inflazionata dicotomia bene-male, anzi, è lì a mostrare come la linea di demarcazione tra bene e male sia, in realtà, meno netta di quanto si creda.

Carmilla non considera le giovani donne sue vittime come lattine da cui succhiare la coca-cola ematica. Carmilla ama le sue vittime, ne è affascinata, e tenta con diabolici stratagemmi di avvicinarle, di sedurle e farsi sedurre. Il contatto con il corpo delle fanciulle, i dolci baci, le languide carezze non sono solo il preludio, sembrano quasi lo scopo del suo malefico agire. Il "prelievo di sangue" che segue il rituale, poi, più che la causa ne è l'effetto, reso inevitabile dall'irresistibile fascino che l'inerme vittima esercita sulla donna-vampiro.
La vittima, a sua volta, è tale solo per schematica definizione.
Più che del Carmilla-vampiro si è vittima della Carmilla-donna, bellissima, fredda e sensuale.
E' forse questo ciò che contraddistingue il vampiro di Le Fanu. Non ha il volto lugubre e cadaverico del collega Dracula, e non è una creatura della notte. Certo, agisce di notte; forse perchè di notte, nel segreto delle camere chiuse a chiave, si annullano le ultramorali convenzioni sociali della società vittoriana e la vittima può così abbandonarsi alla sensualità, all'eros e al fascino del proibito. L'atmosfera sempre in bilico tra sogno e realtà, inoltre, favorisce l'abbandono ai sensi della vittima, che può sempre rifugiarsi nell'irrazionale per nascondere, soprattutto a se stessa, la liberazione dei propri "demoni".

A questo punto la domanda marzulliana sorge spontanea: Carmilla è il vero carnefice? o è l'inconsapevole vittima dell'ambiguità insita nell'essere umano?

Jul 5, 2009, 5:19 PM
Carmilla, Mircalla o Millarca?

Chi è Carmilla, perchè ha quelle strane abitudini? Questo è quello che si domanda Laura, la giovane fanciulla che ospita nel suo castello la coetanea Carmilla. Ma gli eventi precipitano: alcune fanciulle nel villaggio muoiono e perchè Carmilla somiglia così tanto alla defunta contessa Mircalla (il cui quadro è appeso nel castello)? Poi un giorno arriva al maniero il generale Spieldorf che racconta di una certa Millarca..<br />Antecedente al vampiro stokeriano, questo delizioso racconto diviene un caposaldo della letteratura di genere e fissa tutte le tematiche che verranno riprese da più romanzi negli anni a venire. Carmilla, giovane vampira, affascinante e letale, diviene personaggio immortale che uccide per rimanere eternamente giovane.. Il suo personaggio fu liberamente ripreso anche da Dreyer per uno dei suoi capolavori "Vampyr" (1932); anche lo splendido anime "Master Mosquiton" la cita (è la moglie di Mosquiton). Consiglio questo volumetto (anno 1872!) di 100 pagine a chi ama l'orrore classico e goticheggiante e a chi volesse (ri)scoprire un buonissimo autore come Le Fanu; con buona pace degli sciapi vampiri della Meyer..</p><p>VOTO 7,5

Jun 20, 2009, 7:01 PM
Ma morire come gli amanti...

Carmilla è un romanzo gotico che, nell'epoca in cui venne scritto, doveva risultare assai più spaventoso di quanto non ci appaia oggi, abituati come siamo a manifestazioni ben più consistenti dell'eterea Carmilla. Questo racconto rimane però affascinante e inquietante, incentrato su una figura femminile che ha pochi rivali anche nella letteratura odierna.

La trama è semplice, dove con semplice non intendo semplicistica, bensì essenziale. Anche se possiamo indovinare ben presto (anzi lo sappiamo ancora prima di iniziare) come si concluderà la storia ma soprattutto qual è il segreto di Carmilla, il sapore di questa storia rimane inalterato grazie alla suggestività delle pagine scritte da Le Fanu e soprattutto alla personalità di Carmilla.

Carmilla è sfuggente e sono rari i momenti in cui la sentiamo esprimersi con la passionalità che la contraddistingue. I suoi discorsi, tuttavia, sono così espliciti da farci protestare davanti all'ingenuità di Laura e degli altri personaggi del racconto.

Carmilla è straordinariamente romantica: si deve nutrire per vivere e il suo pragmatismo la porta ad essere rapida nelle uccisioni di routine. Ma quando si innamora, allora parte un lungo corteggiamento che serve a circuire le sue splendide vittime sino ad ottenerne una specie di assenso.

Credo sia proprio questa sorta di romanticismo, che la spinge a scusarsi in anticipo con la sua vittima, giustificando la crudeltà nel nome dell'amore, e prevedendo una futura comprensione da parte della vampirizzata, ad affascinare incredibilmente il lettore. Carmilla non ci viene presentata come un personaggio totalmente malvagio, ma piuttosto come un personaggio maledetto e costretto dalla sua maledizione ad una vita crudele.

Bellissimo il finale con una Laura che, a distanza di molti anni, è ancora angosciata dalla sua avventura, ma continua a sentirsi in bilico fra orrore e fascinazione nei confronti della bellissima Carmilla.

Jun 13, 2008, 6:56 AM