Titolo: Giobbe Tuama & c
Autore: italiano (1888-1944). Romanzo giallo poliziesco.

Non proprio fortunato il povero De Angelis. Scrisse romanzi gialli in un’epoca che pubblicizzava l’ordine e la quasi inesistenza del crimine. Finì in galera come antifascista e, una volta uscito, incontrò per strada un repubblichino (non ancora vinto), ebbe una discussione e fu ammazzato di botte.

Ho purtroppo un’edizione che ha risentito delle ferie che si era preso il correttore di bozze e che ha usufruito di un avanzo di virgole. Ma è il regalo di un amico e allora tutto fa brodo.

Nel mondo del romanzo giallo dell’epoca (siamo nel 1936) non sfigura. Anche se l’ambientazione non è gli esotici USA o il Regno unito, ha la sua nebbiosa Milano e i suoi palazzi e portinai (gira un poco l’ombra di Maigret) che rendono tutto gradevole. Ha ritmo (al contrario di alcuni polizieschi anglosassoni).
Certo i personaggi sono americani e la Chiesa è quella protestante ….. altro non sarebbe stato accettato.

Ultimamente mi sono fermata a guardare una puntata di una serie di lunga degenza che io però non ho mai visto: C.S.I.
Un agente maschio ed uno femmina, pistola nelle mani, stavano procedendo ad una incursione:
La signorina, tutta compresa nella parte, portava un paio di scarpe tacco almeno dieci.
Ci hanno talmente lavato il cervello che magari ci sembra normale che nella divisa di un’agente di polizia sia normale un tale tipo di scarpa.
Ricordo Indiana Jones e l’arca perduta: nella tenda Belloq regala a Marion un abito tutto falpalà e annesse scarpe con tacco. Quando la situazione precipita Marion è costretta a fuggire così vestita. Toth (il nazista) commenta “le americane! sempre vestite in modo inappropriato”.
Ovviamente C.S.I. non lo guarderò proprio.

Questo per dire che il giallo è un dignitoso prodotto che si legge volentieri ed è scevro di americanate.


16.12.2017

Dec 16, 2017, 5:20 PM

Prosegue da parte della Edizioni “I dobloni – Covo della Ladra” il recupero di vecchi gioielli del #giallo (appunto, i dobloni) per far riscoprire un modo di scrivere e di ambientare questo genere letterario.
L'operazione non è fine a se stessa: non si tratta di ripubblicare a caso antichi testi solo perché editi un centinaio di anni fa ed oltre. Le due libraie (Mariana & Barbara) che fanno capo a questa operazione si preoccupano di selezionare nella collana (che vanta già un nutrito numero di titoli) quei testi che hanno ancora una verve comunicativa a distanza di tempo.
In certi risvolti della trama si potrebbe persino dire che da parte dell'autore ci potesse essere un intento televisivo perché in più di un'occasione i capitoli finiscono lasciando una suspense d'altri tempi. Oppure è bello riassaporare in altri punti del libro quelle domande retoriche che adesso non avrebbero un gran senso, ma che lette in un simile contesto assumono di sicuro un sapore importante, da non dimenticare.
Adesso una fetta dei lettori moderni, cospicua o no lascio decidere a chi legge, è abituata ad indagini dove per trovare un colpevole basta servirsi di sofisticate tecnologie e non solo. Non dico che ai detective (oh, che parola #vintage) di oggi sia più facile lavorare o che, in una situazione moderna, CHIUNQUE sia in grado di risolvere un qualsiasi enigma. Se si è evoluta la scienza dell'investigazione, altrettanto ha fatto il crimine, tenuto in vita da menti sempre più subdole e contorte.
Ma sto uscendo dal seminato.
Oltre ad essere un Maigret all'italiana, De Vincenzi è commissario che lavora esclusivamente di testa, servendosi di intuizioni e deduzioni che si rivelano sempre precise per scoprire questo o quel colpevole. Senza volere, qualche riga più sopra ho accennato ad una tempistica televisiva di questo romanzo, dimenticando di ribadire che negli anni Settanta del secolo scorso l'attore Paolo Stoppa era stato scelto per impersonare questo commissario degli anni Trenta.
Non dico nulla della storia, se non che è ambientata a Milano e che quindi, per il pubblico meneghino, potrebbe essere un'occasione per rivisitare i luoghi della vicenda. Sospendo qualunque cenno sulla particolare trama, invitando anche a notare l'altisonanza dei nomi di ogni figura presente nel plot. Come se le generalità di un uomo o di una donna creassero già l'involucro di ogni personaggio.
Un grazie a Mariana e Barbara per aver dedicato tempo prezioso a riscoprire una chicca come questa.

May 22, 2023, 7:24 PM

Storia e intreccio sono più che un giallo, un dramma a tinte fosche, ma De Angelis ci porta indietro nel tempo e ci fa sognare: una Milano di quasi cento anni fa, il tutto reso ancor più piacevole da un linguaggio desueto ma affascinante. Il commissario De Vincenzi alle prese con "psicologie" complesse e intuizioni fortissime riesce a dipanare l'intricata vicenda.

Dec 29, 2016, 11:37 AM