Finalmente!


Finalmente un libro con Maigret che mi ha conquistato: veloce, acuto, accattivante, gustoso nel fluido procedere della trama. Adesso posso aggredire con un nuovo vigore la mia pila di decine di casi del noto commissario, dopo la scelta casuale di due opere fra l'accettabile e il trascurabile. Meglio informarsi prima fra i pareri degli amici anobiiani. Per poi magari dissentire, o sorprendersi.

Dec 10, 2015, 5:57 PM

Quarto romanzo avente come protagonista il commissario Maigret, Simenon attinge da un evento drammatico della propria giovinezza (non a caso buona parte della vicenda è ambientata a Liegi, sua città natale) e attorno ad esso sviluppa una narrazione ricca di suspense e un intreccio ben articolato.
Ci sono le solite ambientazioni cupe e affascinanti, e i soliti personaggi autentici e tridimensionali. E c’è il solito commissario dal carattere burbero, dall’aspetto minaccioso, dall’intuito sagace, e da quel caratteristico sentimento di pietas verso le tragedie e le sofferenze del consorzio umano che, man mano che procedo nella lettura delle sue inchieste, sempre di più pare divenirne il tratto distintivo.

Nov 7, 2024, 6:49 PM

L'impiccato di Saint-Pholien è un romanzo del tono un po' cupo. Una tensione sorda, quasi silenziosa, percorre tutto il romanzo come un fiume sotterraneo.
Tutto comincia da una stazione Neuschanz, al nord di Olanda. Maigret nota un uomo dall'aspetto trasandato che tiene stretto a sé una vecchia valigia. Nulla di strano apparentemente, ma lo colpisce quella inquietudine silenziosa. Spinto da questa curiosità testarda, in un momento di distrazione dello sconosciuto, scambia la valigia con una identica riempita di vecchi giornali. L'uomo, in una stanza di un albergo a Brema, si accorge che qualcuno ha scambiato la sua valigia con un'altra, si spara. Maigret, spinto anche dal rimorso, si trova costretto a inseguire la verità.
E' un'indagine strana perché è fatta più di silenzi che interrogatori o deduzioni. Un gruppo di uomini, legati da un passato oscuro e da un peccato giovanile cercano di rimanere a galla, ma uno, anzi, due di loro soccombono. Uno, quando erano ancora giovani, e l'altro - lo sconosciuto - dopo dieci anni.
Maigret mette insieme i frammenti, ascolta, osserva e alla fine comprende. Non credo che si tratti di indulgenza, ma per una sorta di lucidità.
Maigret è una figura sorprendente. Apparentemente ottuso, è un uomo tutto d'un pezzo. Sotto quella veste da burocrate non giudica. Oltre al suo intuito, l'ho trovato di una pazienza ammirevole.
Simenon ha scritto questo romanzo nel 1931, ma quando descrive Maigret, mi è parso di intravedere Bruno Cremer. (in questa edizione, si trova alla fine della p.48) Sorprendente l'assomiglianza.
La prosa di Simenon è netta, senza sbavatura. Poche frasi per rendere reale un volto, una stanza, un paesaggio urbano. Ha questa capacità straordinaria nell'evocare, come dire, un clima morale e ambienti interiori con una precisione che non lascia indifferenti. Il che rende Simenon un autore che va oltre a un autore di polizieschi.
La fine di questo romanzo è sorprendente. Assolutamente sorprendente. Almeno io non mi aspettavo questa finale. Per questo ancora più bello.

Apr 5, 2025, 7:14 AM