Al colto e distinto
Signor
Marcello Quinterno
Tenente Commissario
“Vi ricordate di quella sera in cui vi lessi la dedica di un mio libro ad una cara amica d'infanzia? Voi mi diceste scherzando “Ed al vostro buon amico, al confidente di tutti i vostri progetti letterari, non dedicherete mai nulla?”
Sorrisi senza rispondere, ma alla vigilia di pubblicare un nuovo lavoro, mi ritornano alla mente le vostre parole ed è con gioia, con orgoglio, che metto il vostro nome in fronte a questo libro.
Nei momenti di maggiore sconforto, io vi trovai sempre a me vicino. Talvolta è bastata una semplice parola a sollevarmi, a rendermi animosa contro qualsiasi debolezza.”
“Ho voluto aggiungere alla dedica un mio ritratto. Esso vi forzerà a pensare a me”
Carolina Invernizio Marzo 1886
E' uno stralcio della dedica che appare all'inizio dell'opera. Naturalmente il “signore colto e distinto”è il marito. Molto ottocentesco!! Molto reverente.
Con una partenza così rispettosa anche il romanzo viene trattato in maniera delicata, non è angosciante seppure gli avvenimenti che si susseguono siano sempre più crudeli. La morta è viva !! se ne accorge il fratello poco prima della sepoltura e da qui parte il lungo viaggio verso la vita da ricostruire e da riscattare. Sì la povera Clara dovrà utilizzare tutto il suo coraggio e consumare tutte le sue lacrime per arrivare alla serenità perduta. Fortunatamente vicino a lei ci sono anche fedeli amici e un'eredità per vivere.
L'ansia che si crea seguendo le peripezie dei protagonisti è dovuta alla scrittura ben dettagliata e sempre interessante di Carolina Invernizio.
Sebbene il libro abbia la sua conclusione definitiva ho scoperto che esiste un seguito “La vendetta di una pazza”.
Per ora mi fermo qui poi si vedrà.