Ohio: ormai, l’ho capito, è un luogo di disperazione, di dipendenza, di famiglie borderline e di vite deviate.
Non ne sono esenti nemmeno le esistenze delle piccole Duffy ed Arc, ancorate alla nonna e in balia di due genitori tossici, in un mare di tormenti.
Questo l’inizio, ma la storia andrà sempre più a complicarsi di visioni, di illusioni, di momenti e situazioni talmente devastanti da essere innominabili.
Per vivere o sopravvivere, sul lato selvaggio, solo la fantasia e l’immaginazione possono salvare: il lato selvaggio è il rovescio, il lato brutto delle cose, il lato dove pendono i fili che vanno rimessi a posto e sistemati...per quanto possibile o impossibile.
Romanzo familiare, misterioso, a volte disgustoso e difficile da affrontare.
L’ultimo capitolo toglie il velo e tira il definitivo pugno nello stomaco.
“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”: Tolstoj forse però non poteva immaginare questa infelicità.
Non mi sono quasi mai piaciuti i romanzi contemporanei che raccontano afflitti profondi. Li trovo spesso scritti solo per suscitare un’emozione anziché per necessità.
E di solito non mi piacciono neanche le scrittrici contemporanee americane. Quasi sempre brave a costruire un romanzo ma sempre con la percezione di leggere un’opera letteraria “in serie “ e lavorata sui banchi di una scuola di scrittura creativa che toglie autenticità a tutto ciò che tocca.
Detesto inoltre i romanzi didascalici o eccessivamente simbolici.
E mi rammarico quando mi capita un romanzo che possiede una struttura sgangherata nella quale le parti stanno insieme per inerzia.
Fatico anche parecchio a continuare la lettura se nelle prime cinquanta pagine il romanzo non ha ancora colpito la mia attenzione.
E ho alcuni pregiudizi non buoni sui libri editi in finte tirature numerate che in realtà si stamperebbero anche in un milione di copie (numerate ) se solo le vendessero.
Allora spiegatemi perché Sul lato selvaggio della giovane autrice americana Tiffany McDaniel, (che non ha scritto sotto l’insegnamento di una scuola creativa ) ma racconta di afflitti profondi,
è didascalica e un filo troppo simbolica per i miei gusti,
il cui romanzo regge su una struttura pericolante
e le cui prime cinquanta pagine non mi avevano colpito granché,
e per concludere, è un libro edito in tiratura numerata da 1 a 1000 come tutti i libri stampati da Atlantide,
spiegatemi come mai mi sia piaciuto invece così tanto ?
Perché è diverso, penso io.
È originale, realmente. Dopo 50 pagine si trasforma e tu anche.
È poetico quanto serve.
Non è moraleggiante.
Riesce senza calcare mai la mano a colpirti al cuore, non con semplicità ma con naturalezza, in modo autentico, lo ripeto.
Le sensazioni che suscita la lettura di Sul lato selvaggio è qualcosa di più vicino alla poesia che al romanzo, o forse ancora meglio, ricorda le fiabe, perché la storia è narrata dalla voce di un innocente.
E che mi sia piaciuto malgrado i suoi difetti e i miei gusti divergenti
e i pregiudizi che nutrivo
e il periodo per me non favorevole a questo genere di lettura;
beh, questo invece credo sia qualcosa più simile alla magia, che al caso.
Quindi Sul lato selvaggio è un piccolo libro magico, pieno di orrore e di dolore, di morte e di dipendenze. Ma che non ti lascia alla fine cattive sensazioni.
Mi ci voleva per sciacquarmi un po’ gli occhi dalla realtà.
E se a chi fra voi che lo leggerete sfuggirà questa magia, mal che vada dopo aver letto questo libro vedrete con maggior clemenza un eroinomane, un giocatore d’azzardo o chiunque sia stato sopraffatto dal demone della dipendenza.
Immergersi nel dolore. In quello più completo e totale. Leggere la McDaniel prevede questo. Immergersi e ogni tanto prendere fiato. Guardarsi attorno e osservare gli altri, trovare una possibilità che non ci è data. Ogni vita, ogni gesto portano alla distruzione. Si puo' leggere il dolore? Sì. Perchè'? Perchè come lo racconta lei attraverso le sue storie e i suoi personaggi è un azione unica, illuminante e a volte così assoluta che risulta poetica.
Sul lato selvaggio...."è come la vita dissi voltandomi per guardare negli occhi prima nonna e poi mia sorella, c'è un lato selvaggio e un lato bello."
Semplice. Sempre. ognuno di noi ha il suo lato selvaggio...lo mostra?Lo nasconde? Lo trasforma? Quale coraggio ci accompagna? Quale verità vogliamo o sappiamo raccontarci ? "L'amore vince solo sulle cose che non sono state conquistate da qualcosa di più potente."
E in questo dolore trova posto anche l'amore, un amore che è sorellanza, piccoli gesti, infanzia, un'infanzia sempre feroce che sopravvive ma non vince e quando arrivi alla fine del viaggio emergi e sei una persona diversa; a volte ferita, a volte consapevole, ma possiedi anche qualche verità in più che ti è stata svelata pagina dopo pagina.
...."L'uomo che cammina sui pezzi di vetro dicono ha due anime ......"