Nessuno si volge volentieri al passato; E' privilegio di una mente serena e tranquilla spaziare in ogni parte della sua vita

Il De brevitate vitae è il decimo libro dei Dialoghi di Seneca. In questo dialogo tutta la società romana è messa in discussione: i negotia (cariche pubbliche), gli officia (obblighi sociali) e gli oblectamenta (passatempi e divertimenti). Alla base di questo j’accuse una riflessione sul tempo, unico bene che possediamo veramente, sulla sua fugacità, sulla caducità delle cose e sul senso della vita. Il risentimento per otto anni d’esilio dà a questa critica un tono fortemente sarcastico e cinico.

“Nessuno ti renderà gli anni,nessuno ti restituirà a te stesso. Andrà il tempo della vita per la via intrapresa e non tornerà indietro,nè arresterà il suo corso; non farà rumore,non darà segno della sua velocità : scorrerà in silenzio; non si allungherà per editto di re o favore di popolo; correrà come è partito dal primo giorno,non farà mai fermate,mai soste. Che avverrà? tu sei affaccendato,la vita si affretta : e intanto sarà lì la morte,per la quale,voglia o no,devi aver tempo.”

"Nessuno si volge volentieri al passato; [...] E' privilegio di una mente serena e tranquilla spaziare in ogni parte della sua vita"

Mi ha fatto sorridere leggere quali dovrebbero essere le “sublimi meditazioni” alle quali ogni saggio dovrebbe dedicarsi: “quale sia l’essenza di Dio, il suo aspetto, il suo stato, e quale sorte attenda la nostra anima, dove andrà dopo che si sara staccata dal corpo” mi ha fatto sorridere perché questi argomenti stanno alla base delle discussioni di un gruppo creato con degli amici: Il senso della Vita, La verità più profonda sull’uomo. Sono nato 1979 anni dopo Seneca...ed ancora l’uomo si interroga sulle stesse domande, segno che queste domande sono nate con l’uomo, e probabilmente moriranno solo con la morte dell’ultimo uomo

Nov 3, 2010, 8:17 PM
Istantanee di saggezza

La brevità della vita è tra i Dialoghi morali di Anneo Seneca, forse, il più famoso. Lo ha composto da uomo maturo all'età di cinquantuno anni, indirizzandolo a Pompeo Paolino, attivamente impegnato in vari incarichi pubblici.
Più che dialogare, in senso stretto, con lui, Seneca lo sceglie lo sceglie, tra i tanti "indaffarati", come destinatario delle riflessioni intorno all'affermazione da tutti ripetuta come una litania: la vita è breve!

La maggior parte degli uomini, Paolino, si lamentano della ingenerosità della natura perché nasciamo destinati ad una vita breve e il tempo che ci è concesso trascorre in fretta.

Da questo assunto iniziale Seneca intende confutare, con tono spesso ironico, questa sensazione diffusa, chiamando in causa una galleria di "spreconi", avvalorando le argomentazioni con citazioni di poeti, oratore, filosofi.
Per Seneca ci troviamo di fronte ad un falso problema. Non è il tempo l'imputato numero uno della brevità della vita, ma piuttosto il modo in cui lo gestiamo.
Bisogna essere dei buoni amministratori del nostro tempo senza lasciarsi prendere dall'avidità, dalle ambizioni, dai sogni di gloria, dalla ricerca di guadagno, dall'indolenza delle passioni che tolgono tranquillità d'animo, facendoci sprecare il bene più prezioso che madre natura ci ha donato.
Per chi non ha dissipato questo dono, per quanto breve sia la sua vita "basta e avanza"!
Messaggio etico-morale per Paolino ma di cui, per un certo verso, possiamo considerarci tutti noi, , presi, come siamo, da una vita frenetica che vorremmo infinita.
Attivi, sì, ma saggi, per dirla come Seneca.
Più facile a dirsi che a farsi!

Oct 7, 2022, 3:41 PM

"La vita, se sai usarne, è lunga".

Jun 22, 2015, 7:19 AM